Due ragazzi di buona famiglia che spacciano cocaina, un boss che dà consigli di vita e parla d’amore, un padre psicanalista infantile che non comprende la rabbia del figlio, una madre affermata giornalista di cultura che odia i libri, un matrimonio a due che però è a tre… Tutto è l’apparente opposto di tutto in Enea, il nuovo film di Pietro Castellitto che racconta di Enea e Valentino, amici da sempre e per sempre, figli di una borghesia benestante e finta, in un’era triste e vuota, rincorrere la vita e la vitalità tra feste esagerate, partite a tennis e l’amore. Non c’è morale in ciò che fanno, non c’è alcun senso del giusto e dell’errore, nessun limite da valicare, nessuna scusa da inventare, neanche con sé stessi, che sono giovani, ed è questo, soltanto questo che conta. E per questo spacciati, sin dall’inizio. Un film cui calza a pennello la definizione di parafrastico datagli dal coprotagonista Giorgio Quarzo Guarascio nel corso del nostro videoincontro e della quale ci appropriamo in toto.
“Mi piaceva l’idea di un film, e quindi di una storia, che fosse molto simbolico nei confronti della vita, ma non fosse retorico nei confronti della morte – dice Pietro Castellitto alla vigilia dell’uscita di Enea in sala prevista per giovedì 11 gennaio dopo l’anteprima a Venezia 80 – La morte è improvvisa, arriva e cancella tutto, i pranzi in famiglia, l’amicizia infinita, gli amori eterni, i pranzi di Natale, tutto in un secondo. Quella è stata l’immagine che all’inizio mi ha folgorato. Il contesto della Roma bene mi sembrava ideale perché è un ambiente dove i valori basilari dell’esistenza non sono snobbati, come il corpo, la ricerca della bellezza, il voler fare soldi. Però questo mondo qua è attraversato da un ragazzo che è anche molto romantico, che ha un desiderio e una vitalità incorruttibili, e questo miscuglio tra romanticismo e ferocia è la chiave del film”.
Enea ci è piaciuto meno rispetto a I Predatori, opera prima di Pietro Castellitto che anche qui si ritaglia il doppio ruolo di regista e protagonista. Ma è indubbiamente un film interessante, dove molte cose vengono raccontate in modo nuovo e un po’ sottosopra. Del resto, per sua stessa ammissione, la fine – che non riveliamo – è stata in realtà l’idea iniziale della storia. Ed è una storia che all’inizio sembri non capire, poi ci entri dentro e tra sorvoli sopra circoli snob, madri depresse da suicidio, soldi che spariscono, locali megagalattici che vanno a fuoco, e un amore tra due ragazzi che, persino qui, resta inconfessabile, improvvisamente diventa tutto chiaro.
Ottima la scelta del cast che annovera a fianco del regista l’esordiente, come attore, Giorgio Quarzo Guarascio, cantante e rapper con il nome di Tutti Fenomeni; Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, padre e fratello del regista e cioè Sergio e Cesare Castellitto laddove ne I Predatori c’era invece la sorella Maria, un bravissimo Giorgio Montanini, anche lui dall’opera prima, uno straordinario Adamo Dionisi, e un piacevolmente ritrovato Matteo Branciamore che così losco non l’avete mai visto. Il nostro videoincontro con Pietro Castellitto, Benedetta Porcaroli, Giorgio Quarzo Guarascio, Sergio Castellitto, Matteo Branciamore, Adamo Dionisi, Chiara Noschese, Cesare Castellitto: