A cinquant’anni dalla prima edizione a Milano, venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 giugno alla Fabbrica del Vapore torna il Nuovo Festival di Re Nudo Le notti dell’underground, tre giorni di musica, video, street art, fotografia, letteratura, poesia, teatro, danza fino alle 5 del mattino. I protagonisti di questa festa aperta alla cultura saranno artisti indipendenti under 30, Il mondo che vuoi tu il fil rouge e tema del Festival, completamente gratuito.
È infatti il 1974 quando il Festival di Re Nudo è pronto a conquistare la città di Milano e approda al Parco Lambro per cinque giornate che coinvolgono un pubblico di circa centomila persone che va dai militanti extraparlamentari, ai semplici appassionati di musica, studenti, operai, artisti, femministe, freakettoni, turisti, curiosi, giornalisti e i sociologi arrivati per studiare il fenomeno.
Tutto nasce però tre anni prima in provincia di Palermo, quando il giornalista e fotografo Carlo Silvestro con l’allora compagna Silvia Fardella del Living Theater di New York, apre a Terrasini una Comune con sede a Villa Fassini, dimora nobiliare in stile Liberty che era stata proprietà della famiglia Florio, uno spazio di assoluta sperimentazione dove ciò che era stato trasmesso dalla scuola, dalla famiglia o anche dalla Chiesa, viene messo da parte, perché s’inventasse un modo diverso di osservare e vivere le cose.
La Comune è frequentata da attori, giornalisti, scrittori, poeti. È il periodo storico secondo il quale in politica o sei comunista o sei di destra; o sei all’interno della grande tradizione del partito operaio o sei un conservatore. La terza via, quella artistica, creativa, esistenziale, è vista come un mondo eggero, disimpegnato, qualunquista. E invece Re Nudo, una delle principali riviste italiane di natura libertaria dedicate alla controcultura e alla controinformazione che aveva appena iniziato le pubblicazioni, questa terza via vuole intraprenderla.
E proprio a Terrasini, vedendo l’energia che un gruppo di artisti può sprigionare ad ogni incontro, nasce l’idea di un Festival alternativo, in controtendenza con il disinteresse della sinistra extraparlamentare nei confronti della musica rock. Lo slogan è Facciamo che il tempo libero diventi tempo liberato. Nella Comune in molti si offrono di collaborare alla realizzazione di un raduno musicale che sia anche uno spazio di comunicazione tra le persone. L’obiettivo è che oltre gli spazi dedicati al sociale e al politico, si preveda anche la dimensione esistenziale.
“Nella storia i giovani hanno sempre portato ricerca, innovazione e voglia di realizzare utopie – spiega Luca Pollini, patron del Festival e direttore del trimestrale Il nuovo Re Nudo – E non è vero che ‘tutti i tempi sono uguali’ perché la situazione di oggi è senza precedenti: la speranza, e di conseguenza la creatività, per diversi motivi è ridotta al lumicino. L’intento delle Notti dell’Underground alla Fabbrica del Vapore è quello di spingere verso un ritorno al concreto e a un progressivo abbandono del superfluo, oltre a un rinnovato interesse da parte non solo delle nuove generazioni verso tutto ciò che è alternativo”.
“Le Notti dell’Underground sono un ottimo esempio di promozione e valorizzazione della cultura underground, che continua a rappresentare un’importante parte vitale della scena culturale di Milano – dichiara l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – Privilegiare i percorsi che nascono dalla società, piuttosto che far calare dall’alto interventi o iniziative, è sicuramente la cifra della nostra programmazione culturale, nel solco della quale il Festival di Re Nudo, una grande festa gratuita e aperta alla città, si inserisce perfettamente. Fabbrica del Vapore poi è senz’altro il luogo ideale per ospitarlo, vista la sua natura ibrida e aperta, capace di far dialogare linguaggi ed esperienze come in un grande laboratorio culturale”.
Commenta Maria Fratelli, dirigente dell’Unità progetti speciali e Fabbrica del Vapore: “Difficile parlare dei giovani o per i giovani, forse anche inutile. Necessario è ascoltarli, provare a dialogare, scoprire e supportare il loro talento e immaginare il futuro come appare dalla loro prospettiva che, inevitabilmente, non coincide con la visione di chi la giovinezza la conserva solo nel cuore. Con Re Nudo, Fabbrica del Vapore si fa osservatorio e prova a guardare lontano“.