Flow Un mondo da salvare: il bellissimo film d’animazione di Gints Zilbalodis

di Patrizia Simonetti

In un mondo senza esseri umani dove piogge torrenziali e alluvioni cancellano paesaggi e case, c’è un gatto nero con dei grandi e luminosi occhi gialli che cerca in tutti i modi di sopravvivere. La sua voce è il suo miagolio, un verso che si fa struggente quando il suo grido d’aiuto si perde nel vuoto infinito. Ma non resterà solo a lungo. Flow Un mondo da salvare è il nuovo film di Gints Zilbalodis, il giovane regista lettone che ha conquistato prima Cannes e poi Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma con la sua opera meravigliosa che perfeziona, in qualche modo, tecnica e stile del suo primo e precedente film Away.

Lì il protagonista era un ragazzino, unico superstite di un disastro aereo, che si trovava a sopravvivere su un’isola in compagnia di soli animali, anche gatti neri simili al protagonista di Flow e un uccellino giallo di cui si prenderà cura, oltre che di un inquietante spirito oscuro. In Flow invece nessun essere umano, e nessuna umanizzazione degli animali che lo animano, lasciati liberi di esprimersi ognuno nei suoi modi, caratteristiche e versi, ma dai quali sembra emergere tanta di quella che chiamiamo umanità nei momenti più disperati della loro inesorabile avventura.

Il mondo dunque annega, come da copione di uno spettacolo reale e triste dove il riscaldamento globale incombe e l’uomo sembra lasciarsi distruggere da sé stesso. Il nostro impaurito, ma coraggioso, gatto nero ce la mette tutta, corre velocissimo per sfuggire alla piena, e sale sempre più in alto finché anche l’ultimo picco roccioso si arrende all’acqua. E proprio in quel momento, quando tutto sembra perduto, passa una barca di legno che lo accoglie, così come fa il suo primo passeggero, un gentile capibara, pacifico e sornione. Saliranno poi a bordo della piccola e stravagante arca di Noè un labrador senza il suo branco, un lemure e una grande gru, ognuno, a suo modo, sostegno dell’altro. E della vita.

Flow Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis arriva finalmente al cinema giovedì 7 novembre con la sua carica vitale, i suoi protagonisti che non potrete non adorare, con il cane che fa il cane, il capibara che fa il capibara e il lemure che fa il lemure, ma uniti con le loro differenze verso un eroico non arrendersi mai. E allora il nostro bel gatto nero imparerà a nuotare e a fidarsi degli altri, la gru gigante si sacrificherà per lui e il loro viaggio sarà imprevedibile e magnifico. E proprio così, magnifico, lo ha definito Guillermo del Toro per il quale Flow è il futuro dell’animazione. Un’animazione che l’autodidatta artista lettone usa “per andare più in profondità nel subconscio degli spettatori – dice, perché – può essere molto più universale e primordiale di un film ripreso dal vivo”. 

I paesaggi sono meravigliosi, incantano quanto le movenze e le espressioni dei protagonisti che sono così realistiche da unirsi alla perfezione ad un’animazione diversa, volutamente imperfetta, morbida e affascinante. Flow è un film che tocca il cuore. E se anche, tifando per loro, vi verrà voglia di dare un nome al gatto, al cane, al lemure o alla gru, meglio di no. Lasciamogli il loro valore universale, che vengano dal Sudamerica, dall’Europa o dal Madascar, qui sono tutti di uno stesso mondo, un mondo da salvare.