Carlo Zannetti festeggia i 30 anni dal suo primo disco: avevo solo la musica

di Patrizia Simonetti

Il 2025 è un anno speciale per il chitarrista, autore e scrittore ferrarese Carlo Zannetti: ricorre infatti il trentennale dall’uscita del suo primo disco intitolato semplicemente Carlo Zannetti, che ha visto la luce nel 1995 a Padova. Questo importante anniversario è l’occasione per ripercorrere con l’artista i suoi inizi in un mondo musicale molto diverso da quello attuale.

Allora c’erano grandi locali, pieni di gente e di musica dal vivo – ricorda – Erano mesi che si sentiva parlare di un cantautore che suonava molto bene la chitarra e scriveva canzoni piene di melodie e testi interessanti, brani originali intrisi di parole profonde dal sapore amaro e di dolci frasi d’amore. Ero io… e l’album s’intitolava come me Carlo Zannetti. Era l’anteprima, la presentazione ufficiale di un CD che il giorno dopo sarebbe stato distribuito in tutta Italia, in tutti i negozi di dischi. L’album era composto da 8 canzoni che avevo scritto con il sangue, metaforicamente parlando, e la curiosità delle persone che mi seguivano da anni nelle mie serate in giro per il Veneto aumentava, anche perché per la prima volta si sentiva parlare di una casa discografica di Milano e di un manager e produttore di Verona”.

Carlo Zannetti ricorda con entusiasmo ed emozione il live con cui ha presentato il disco:Era un risultato di cui andare fiero per tutta la vita, ed io ero strafelice, anche perché eravamo un gruppo di persone molto affezionate tra loro e veramente amiche, unite per sempre da un progetto. Sono quei risultati che si ottengono solo quando si ha la fortuna di incontrare un gruppo di artisti che diventa nel tempo molto affiatato. Il locale era gremito di gente e io mi trovai ad entrare sul piccolo palcoscenico da dietro un grande pianoforte, con un faro enorme in faccia. Prima delle mie canzoni, iniziai cantando il bellissimo brano ‘Un giorno credi’ di Edoardo Bennato. Lo feci per stemperare l’attesa e perché quel brano mi faceva, e mi fa, impazzire. Trent’anni fa… che impressione! Andò tutto bene! I festeggiamenti si protrassero fino all’alba tra un sogno ed un altro; c’erano il fotografo, il grafico della copertina del CD, e un’infinità di amici. Il giorno dopo ebbi la netta sensazione di avere ragione e decisi di continuare, nel bene e nel male, a suonare per sempre. E così fu! Certe decisioni della vita sei costretto a prenderle, non si sa perché”.

In quel periodo la musica era il centro della vita dell’artista: “Avevo solo la musica, il resto era abbastanza desolante. Amavo una donna senza essere corrisposto, lei mi prendeva in giro, ma alla fine prendeva in giro se stessa, inoltre avevo un amico che mi aiutava moltissimo nel mio nuovo lavoro di cantautore. Lui sapeva il fatto suo ed era veramente un genio. Arrivò anche l’impresario discografico con tanto di Porsche; l’aveva trovato la mia migliore amica, la quale era andata fino a Verona per fargli ascoltare le mie canzoni. Un mondo fa, come vorrei si fosse fermato il tempo, perché amici così non ne ho più trovati. Che nostalgia! L’album andò bene, ma non io. Ho sempre avuto un carattere buono, ma sofferente nel riuscire a sopravvivere in mezzo a persone ipocrite e quindi cominciai a farmi qualche nemico… Poco male!

Zannetti nel corso dei suoi quarantacinque anni di meravigliosa carriera ha avuto modo di conoscere grandissimi personaggi e lavorare con molti cantanti tra cui Bobby Solo, Jimmy Fontana, Sinead O’Connor, Loredana Bertè:Dopo poco tempo dall’uscita del mio secondo album, cominciai a scrivere canzoni per gli altri, e ovviamente continuai a suonare la mia chitarra, partecipando ad alcune tournée estive e affiancando alcuni dei grandi cantautori di quel periodo. I locali di allora, quelli dove c’era la musica dal vivo, erano luoghi importantissimi per i giovani perché ti permettevano di incontrare tutte le persone del mondo. Solo per ricordarne alcune, tra quelle più famose, Morgan, Vinicio Capossela, Antonio Albanese e Eugenio Bennato. Potevi tranquillamente parlare con loro e con alcuni si finiva per intavolare discorsi musicali fino alle 4 di notte quando i proprietari dei locali ti spedivano a casa. Oltre a loro, potevi incontrare professori universitari, politici, imprenditori famosissimi e ricchissimi, studenti di ogni nazione, medici, insomma c’era di tutto. Il dialogo era garantito con tutti. In questi locali potevi anche migliorare la tua tecnica musicale, perché era normale organizzare qualche jam session all’interno della quale i musicisti più bravi suonavano insieme a quelli meno bravi. In quel periodo c’erano tantissimi gruppi e i generi musicali erano i più svariati, dal rock al jazz, dal pianobar al country. Alla sera, quasi tutti uscivano volentieri per andare a chiacchierare, conoscere qualcuno e ascoltare un po’ di musica. Erano i tempi dei miei trent’anni, erano diversi da quelli di oggi, ma molto affascinanti, e grazie a quei tempi e alle persone che ho incontrato, sono riuscito a fare nella mia vita quello che mi riusciva meglio, ovvero il musicista”.

Riguardo al suo primo album Carlo Zannetti, l’artista conclude raccontando che tra le tracce ce n’è una in particolare che porta nel cuore ed è dedicata a una ragazza di cui era innamorato: “Il disco venne distribuito in tutti i negozi musicali d’Italia, lo registrai con pochi strumenti, pianoforte, chitarra, basso e voce. Cantai le canzoni che avevo scritto e le interpretai in modo molto sentito e colorato. Il mio brano preferito s’intitolava ‘Susy per sempre’ dedicato a una ragazza molto forte e determinata che ebbi modo di frequentare, purtroppo per poco tempo. Lei mi piaceva molto, ma io non le piacevo abbastanza. Comunque, grazie a lei nacque una delle mie canzoni che ho più amato nel tempo.  Nei momenti di sconforto che inevitabilmente hanno costellato la mia vita fino ai giorni nostri, cerco di rallegrarmi un po’ pensando a quel periodo pieno di grandi soddisfazioni, di emozioni e di sogni vissuti in modo collegiale da quel bel gruppo di amici. Che fine hanno fatto? Stanno per fortuna tutti bene, hanno continuato anche loro il percorso nel mondo della musica e sono riusciti ad affermarsi. Lo meritavano”.

Carlo Zannetti ha recentemente conquistato il suo terzo premio internazionale con la composizione La Paura di Vincere (Edizioni Videoradio e Videoradio Channel), colonna sonora dell’omonimo cortometraggio della regista Roberta Pazi presentato al Ferrara Film Festival 2024 che vede protagonista Bobby Solo.