Che se fossero venuti a pubblicizzare la seconda stagione di Fargo, la serie TV tratta dal film omonimo del 1996 che Sky Atlantic trasmetterà quest’inverno e che la Festa del Cinema di Roma presenta in anteprima con le prime due puntate mercoledì 21 ottobre, non avrebbero fatto proprio un buon lavoro. Joel Coen, che con il fratello Ethan ha diretto il film e, strano a dirsi, produce anche la serie, e la moglie e musa Frances McDormand, ospiti oggi della kermesse capitolina, non ne vogliono proprio parlare. Anzi “noi non abbiamo niente a che vedere con quella” sentenzia lei. “La TV non la guardiamo proprio – aggiunge lui – guardare Lawrence d’Arabia su un iPhone non mi interessa. Non ho niente contro la televisione ma preferisco il cinema”. Viva la faccia. E lei che per la TV ha fatto pure la miniserie Olive Kitteridge per la HBO – che noi abbiamo visto lo scorso gennaio su Sky Cinema – coproducendola con Tom Hanks e Jane Anderson e prendendosi il ruolo della protagonista, visto che le era tanto piaciuto il libro di Elizabeth Strout? “Per me la TV vuol dire solo moltiplicare le opportunità lavorative, soprattutto per noi donne – dice – Olive Kitteridge in realtà era un film di quattro ore che si poteva vedere in due parti e penso che riuscire a raccontare la storia di una donna così in quattro ore invece che in un’ora e mezza sia una cosa fantastica”.
Parlano invece, eccome, del loro rapporto di coppia sia nella vita che nel cinema e lo raccontano sin dall’inizio, da quando si sono conosciuti grazie a Holly Hunter: “eravamo a New York a fare il casting del nostro primo film, Blood Simple del 1985, e stavamo quasi per rinunciare a trovare lì la nostra attrice – ricorda Joel Coen – poi Holly Hunter, che aveva fatto il provino ma non poteva girare il film perché già impegnata, ci suggerì di chiedere a Frances. Nel 1984 ci siamo sposati, subito dopo Fargo e siamo andati ad abitare nel Bronx con mio fratello Ethan, con Holly Hunter e con Sam Raimi” dice lui, “perché eravamo poveri e vivere con qualcuno era una necessità” sottolinea lei.
E poi? E poi basta “avere sempre qualcosa di interessante da raccontarsi – rivela Frances McDormand – fortunatamente le nostre vite professionali sono piuttosto autonome, così poi quando ci vediamo abbiamo tante cose di cui parlare”. Poi nel 1994 i due adottano Pedro, un bambino del Paraguay: “nostro figlio è stata l’esperienza più entusiasmante del matrimonio – dice Frances – per vent’anni la nostra più grande preoccupazione è stata lui, adesso che ha lasciato la nostra casa, per noi comincia una fase nuova e sono curiosa di scoprire dove
ci porterà”. Di gelosia nessuna traccia, del resto “se fai questo lavoro e conosci bene il mondo del cinema, sai cosa c’è dietro le quinte e anche quando vedi il tuo partner che sullo schermo ha una storia romantica con qualcun altro, sai che è solo simulazione, solo lavoro” dice Joel Coen. Di invidia però altro che traccia, “per il potere di Joel – confessa lei – che non deve aspettare come me che qualcuno gli offra un ruolo ma solo i soldi per fare un film, adesso però che sono produttrice, le cose stanno cambiando”.