“Se potessi acquisire la memoria di qualcun altro, io che amo il cinema italiano, sceglierei quella di Federico Fellini. Ma se potessi entrare nella mente di qualcuno, inserirei dei buoni ricordi in quella dei terroristi”. Parola di Ariel Vromen, regista di Criminal, in 300 sale italiane al 13 aprile, arrivato a Roma a presentare il suo nuovo film assieme al suo protagonista Kevin Costner (qui la nostra videointervista a Kevin Costner). Israeliano, classe 1973, Ariel Vromen vive da tempo a Los Angeles dove ha fondato la sua casa di produzione Sumatra Film. Criminal arriva a quattro anni da The Iceman che ha scritto e diretto e con cui ha raccontato la vera storia di Richard Leonard Kuklinski, pericoloso quanto feroce killer del New Jersey al servizio della mafia italo americana interpretato da Michael Shannon. In Criminal però è tutto diverso: intanto non racconta una storia vera, anzi, va anche al di là della realtà di tutti i giorni visto che tratta un argomento quasi fantascientifico, almeno a quanto ne sappiamo, come il trasferimento di memoria da un cervello a un altro, o meglio, da un morto a un vivo. E poi perché Criminal, ovvero Jerico, ovvero Kevin Costner, se ha fatto il cattivo è stato solo perché ha subito un danno cerebrale da bambino e non sa valutare le conseguenze delle sue azioni e non prova alcuna emozione, mentre i cattivi veri sono altri, terroristi senza cuore che grazie alle nuove tecnologie vogliono impossessarsi del comando dell’intero armamentario americano per distruggere il mondo. Così Ariel Vromen ci ha raccontato cosa l’ha affascinato di questa storia scritta da Douglas Cook e David Weiberg e del perché ha voluto puntare sul terrorismo informatico:
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