Tra muri ideali e reali che si alzano, frontiere che si armano e si chiudono, siepi di filo spinato che sbocciano come rovi di more tra un confine e l’altro della terra, neanche Cartoonia ci salverà. Così ecco Bordertown, la nuova serie animata prodotta dall’ironico quanto dissacrante animatore, produttore, sceneggiatore, regista, attore e disegnatore americano Seth MacFarlane (I Griffin, American Dad, The Cleveland Show, Ted) assieme a Mark Hentemann, showrunner de I Griffin nonché autore del David Letterman Show, da stasera, mercoledì 4 maggio, alle 22.50 su Fox Animation in anteprima assoluta per l’Italia.
Eccoci quindi a Mexifornia, città dal nome di fantasia situata in Texas ma proprio al confine con il Messico, protagonisti due tizi totalmente opposti per origini, idee e stili di vita: l’agente di frontiera Bud Buckwald, un tipo tutto d’un pezzo che guai a parlargli di cambiamenti ed evoluzioni culturali, integrazione e accoglienza, ed Ernesto Gonzalez, un nome un programma, immigrato e padre di famiglia con tante belle idee per la testa, felice e orgoglioso di vivere con la sua famiglia negli Stati Uniti, ma, ahimè, vicino di casa di Bud. Per fortuna i giovani sono diversi e questo ci lascia sperare che anche a Cartoonia le cose in futuro potranno cambiare grazie alle nuove generazioni, e capita quindi che Bechy Buckewald, la figlia dell’agente Bud, si innamori ricambiata del nipote di Ernesto che si chiama J.C. e che è appena tornato dal college e che i due ragazzi si vogliano sposare. Apriti cielo. Bud ovviamente è più che contrario ma la fortuna, si sa, non assiste solo i giusti e gli audaci per cui tempestiva come non mai in suo aiuto arriva proprio nel momento giusto (per lui, ovvio) l’approvazione della Show me your papers law, una nuova legge anti immigrazione il cui primo effetto sarà la deportazione di J.C. in Messico. E se non bastasse ecco l’idea di un grande e possente muro che divida per sempre i due stati. Vi ricorda qualcuno?
Bordertown racconta temi seri e importanti come le differenze culturali, l’immigrazione, il razzismo con ironia e leggerezza, ma senza alcun buonismo e con chilate e chilate di politicamente scorretto che poi è uno dei tratti distintivi di Seth MacFarlane. La riflessione inquietante è che Bordertown riflette non solo l’attualità americana ma anche quella europea e pure italiana e che Mexifornia potrebbe tranquillamente posizionarsi in casa nostra, al Brennero, per dire. Non resta che aspettare per vedere come andrà a finire sperando che almeno Cartoonia ci salverà.