In Braccialetti Rossi su Rai1 è Carola, sorella di Cris, in Squadra Antimafia su Canale 5 è la malavitosa Rachele Ragno. Francesca Valtorta, romana, trent’anni il 24 febbraio, occhi da cerbiatta e capelli corvini, di persona è molto più dolce di quanto appaia in televisione, ma chissà perché le fanno sempre fare la dura.
Cominciamo da Carola
Carola esiste solo nel rapporto con Cris perché tutti gli adulti di Braccialetti Rossi sono personaggi di contorno ai ragazzi che sono i veri protagonisti. Il rapporto tra le due sorelle continua ad essere conflittuale anche nella seconda serie perché nonostante abbiano lo stesso background familiare, sono cresciute in maniera completamente diversa: Carola è molto borghese, parecchio bon ton e impostata mentre Cris ha voluto in un modo un po’ irruento staccarsi da questo tipo di impostazione. Si amano molto, ma non si capiscono. Carola vuole cercare in tutti i modi di aiutare Cris ma trova sempre quello che per la sorella non è giusto e quindi ci sono spesso dei litigi che sono fonte di molta sofferenza per entrambe.
C’è qualcosa in comune tra Carola e Rachele?
Il fatto che anche Carola venga percepita dal pubblico come una ragazza dura e devo dire che un po’ mi dispiace. Spesso non si capisce che chi sta vicino a una persona malata soffre quanto lei e va compresa perché è un po’ malata anche lei, invece si tende sempre ad attaccare il parente che non è mai abbastanza comprensivo o sufficientemente bravo, ma non è per niente facile.
Ne parla con molta convinzione, come da storia vissuta…
Perché in effetti l’ho vissuta davvero una situazione del genere. Mio padre è stato molto male e in quanto figlia innamorata di lui ero spesso aggressiva nei suoi confronti perché la sua malattia era per me una fonte di dolore e inconsciamente me la prendevo con lui. Accade spesso che ci arrabbiamo con chi sta male o muore e chi assiste dall’esterno senza conoscere le dinamiche può percepirlo come una mancanza di sensibilità, invece è frutto proprio dell’amore che si prova verso quella persona. Io in questo senso Carola la capisco in pieno e sono felice di interpretarla, anche se è un ruolo piccolo per me rappresenta un modo per entrare in contatto con una situazione che ho vissuto e per cercare di trasmetterne il senso al pubblico, per quanto possibile.
Invece Rachele in Squadra Antimafia?
Girare Squadra Antimafia è fichissimo e divertentissimo, ma anche lì ho cercato di mostrare il lato umano del mio personaggio, soprattutto nel rapporto d’amore con il commissario Calcaterra, interpretato da Marco Bocci, che le fa perdere la testa e fa emergere la sua parte più sensibile.
Ritroveremo Rachele anche nella nuova serie?
Sì, stiamo girando la settima stagione e il set mi terrà impegnata fino ad aprile. Spero che vada bene come la precedente.
Nonostante avesse già partecipato a serie TV come R.I.S. Delitti Imperfetti e Che Dio ci aiuti, è forse la serie che le ha dato maggiore popolarità
Squadra Antimafia è una certezza, ha un suo fedele seguito di fans che mi ha spiazzata e al quale non ero abituata. Per me è stata un’esperienza veramente bella e molto importante, appunto, a livello di popolarità. E questo nonostante avessi già fatto anche due film per il cinema come Baciami ancora di Gabriele Muccino e Immaturi – Il viaggio di Paolo Genovese che avevano avuto un bel successo. Ma l’affetto che il pubblico nutre verso i personaggi di una serie televisiva è qualcosa di completamente diverso che mi ha sorpreso, soprattutto quando abbiamo girato a Catania e quasi non si poteva lavorare, una situazione per me totalmente nuova.
A proposito del Commissario Calcaterra, per coincidenza sul set di Braccialetti Rossi c’era anche Laura Chiatti, moglie di Marco Bocci che gli ha appena dato un figlio…
Pensi che non ci siamo mai incontrate né durante le riprese della prima serie né durante quelle della seconda. Capita spesso di conoscere solo gli attori con cui condividiamo delle scene, ma se lavoriamo in due filoni della storia completamente separati, ecco che neanche ci si vede.
Cosa le piacerebbe fare adesso?
Sicuramente tornare al cinema e magari con Paolo Virzì che adoro, peraltro mi dicono che lavori molto bene con gli attori e mi piacerebbe scoprirlo. E sogno anche un film in costume, non importa in che ruolo perché il personaggio lo scopri quando ti arriva il copione, ci lavori sopra e trovi altre mille sfaccettature da aggiungere. Comunque a costo di sembrare poco ambiziosa, devo dire che già mi basterebbe continuare a lavorare, che è già tanto e non è così scontato. Qualcosa però già bolle in pentola, incrociamo le dita.