Addio a Carlo Alighiero, attore, regista e doppiatore, il teatro la sua casa. Sul palcoscenico, quello dello stabile di Padova, aveva debuttato con L’Agamennone di Eschilo per regia di Gianfranco De Bosio nel 1952 e poi nell’Amleto di Vittorio Gassmann. La televisione appena nata lo affascinò: vi debuttò nel 1954 diretto da Alessandro Brissoni con Giorgio Albertazzi e Renato De Carmine, poi fece Maigret con Gino Cervi, prodotto per la Rai da Andrea Camilleri; ma la grande popolarità la raggiunse nel 1960 nel ruolo del sergente Steve Howard, assistente di Ubaldo Lay nella lunga serie di Giallo Club de Il Tenente Sheridan e a un certo punto chiese agli autori di far morire il suo personaggio per potersi dedicare completamente al teatro. All’Accademia d’Arte Drammatica i suoi insegnanti erano Orazio Costa, Sergio Tofano, Wanda Capodaglio, Vittorio Gassman e Silvio D’Amico, i suoi compagni di accademia Monica Vitti, Luca Ronconi, Glauco Mauri, Luigi Vannucchi, Ileana Ghione, e Renato Mainardi del quale Alighiero produsse e interpretò al Teatro Eliseo di Roma la commedia Per una giovinetta che nessuno piange con la regia di Arnoldo Foà. Al suo fianco Elena Cotta, incontrata a Milano nel 1949, prima di trasferirsi a Roma, per settant’anni sua compagna di vita e d’arte con la quale ebbe le figlie Barbara e Olivia. I due artisti hanno calcato insieme le scene di tutti i teatri d’Italia e nel 2012 hanno festeggiato le Nozze di Diamante rinnovando la promessa di matrimonio fatta il 30 dicembre 1952. (La foto a sinistra che li ritrae a Venezia 70 è del compianto Pietro Coccia).
NegIi anni Settanta volle dar vita a una formazione teatrale indipendente, destinata a vivere con passione un’esperienza di ricerca: Edipo di Seneca, Amleto di Riccardo Bacchelli, dove con la sua regia Elena Cotta interpretò il protagonista. Con l’allestimento e la regia di Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni inaugurò il Teatro Manzoni a Roma – di cui fu direttore artistico fino al 2002 e con Elena socio fondatore – e con la tournée arrivò in Cina come prima compagnia italia a esibirsi in quel paese; e anche in Russia, fino in Siberia. Al Manzoni in quegli anni debuttarono personaggi come Fabrizio Frizzi, suo grande amico, e Rita Forte.
Carlo Alighiero non disdegnò neanche il cinema lavorando negli anni Settanta con registi come Dario Argento, Sergio Martino, Damiano Damiani, Lucio Fulci. Si dedicò anche alla radio e al doppiaggio, dando vita a radiodrammi storici come La rappresentazione di Santa Uliva e L’improvvisazione di Parigi, e prestando la sua voce, su sua stessa richiesta, ad Anthony Quinn, e a molti altri attori tra cui Laurence Olivier. Sua anche la voce narrante di Omero nella celebre Odissea a puntate di Franco Rossi nel 1968.
Nato nel 1927 ad Ostra, Carlo Alighiero se n’è andato a 94 anni. I funerali si terranno martedì 14 settembre alle ore 11.00 nella Chiesa di San Francesco a Ripa nella sua Trastevere.