. Nato 76 anni fa nel catanese, nella ex Jonia, cittadina esistita per pochi anni durante il periodo fascista per l’unione di Giarre e Riposto, si è spento poche ore fa nella sua casa di Milo, alle pendici dell’Etna. Era da tempo che Franco Battiato non appariva il pubblico a causa della sua malattia. Il ritiro dalle scene fu annunciato nell’ottobre 2019 in occasione dell’album Torneremo ancora.
Lasciata da giovanissimo la sua Sicilia per Roma e poi per Milano, dove si esibiva al Club 64 aprendo gli spettacoli di Paolo Poli, Enzo Jannacci, Bruno Lauzi e Renato Pozzetto e dove conobbe Giorgio Gaber, Battiato entrò nel mondo della musica con canzoni di protesta e inseguito con quelle romantiche commerciali, poi a un certo punto si fermò per riprendere in tutt’altro modo nei primi anni settanta con le sue sperimentazioni, raccontando il mondo e come lo vedeva, con il suo sguardo sempre avanti e oltre, e con le sue canzoni e le sue performance originali e provocatorie. Stupiva e sorprendeva, spesso incompreso e criticato. La sua consacrazione arrivò con una musica popolare che popolare non era, testi e strutture surreali, immagini e pensieri che arrivavano da lontano, con L’era del cinghiale bianco, Voglio vederti danzare, Prospettiva Nevski, fino a Bandiera bianca, Cuccurucucù, Centro di gravità permanente, Povera Patria, il Battiato più noto, quello che piaceva e accontentava tutti, senza mai tradirsi né tradire chi lo aveva amato prima. E così è stato anche dopo, quando ritmo e tono si calmarono, i testi si fecero malinconici e sempre più intimi e spirituali, e arrivarono E ti vengo a cercare e La cura.
Cantautore, compositore, musicista, ma non solo, Franco Battiato era artista a tutto campo. Oltre a regalarci canzoni d’autore indimenticabili e senza tempo costellate di citazioni inaspettate, nella musica ha spaziato in mille generi, dal cantautorato d’autore al pop, dalla lirica all’avanguardia, dal rock progressive alla lirica. Importante la sua lunga collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro. Autore anche per gli altri, Alice – che con la sua Per Elisa vinse Sanremo 1981- e Milva le sue artiste preferite, era anche pittore e regista: Perduto amor e Musikante le pellicole da lui dirette, oltre a Niente è come sembra e La sua figura sulla vita di Giuni Russo. Artista a tutto campo insomma, meditava, aveva visioni, si concedeva ad altri artisti ancora con la loro strada da tracciare. Uomo gentile, intelligente, colto, aveva rispetto per il mondo e la natura, era vegetariano. Tra novembre 2012 e marzo 2013 fu anche assessore al turismo della Regione Sicilia nella giunta di centrosinistra del presidente Rosario Crocetta, senza voler alcun compenso. I funerali di Franco Battiato si terranno in forma strettamente privata. Addio Maestro.