“Mi sono innamorata del teatro da spettatrice“. Così Lunetta Savino, Premio Ospite d’onore, il primo nella storia della manifestazione, della 14ª edizione del Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri. La kermesse si è aperta proprio con l’incontro con il pubblico al Teatro Subasio, moderato da Vania Amitrano, durante il quale l’attrice ha ripercorso la sua carriera, iniziata appunto con il teatro, il suo primo amore, che le ha permesso di affinare tecnica ed esperienza, e proseguita poi anche in televisione e al cinema. Ha ricordato con emozione il suo debutto in Macbeth con Glauco Mauri, sottolineando il valore della gavetta e l’importanza di osservare i grandi attori. Tra i ruoli teatrali più significativi ha citato Casa di Bambola, dove ha interpretato una Nora in chiave contemporanea, e Tina fai presto, un monologo che ha rappresentato una sfida impegnativa.
“La vera palestra per un attore è il teatro” ha detto ancora Lunetta Savino che negli anni ’90 ha raggiunto una grande popolarità anche in televisione interpretando ruoli femminili sempre più profondi, come Elena Sorrentino in Raccontami e soprattutto Lucia Frisone ne Il figlio della luna, una madre combattiva che ha segnato la svolta della sua carriera televisiva e cinematografica anche in un genere più drammatico e che le ha permesso di dimostrare l’importanza di alternare dramma e leggerezza per rendere i personaggi più autentici, perché “nella vita, anche le tragedie più terribili devono essere per forza alleggerite da un sorriso” ha detto l’attrice.
Con grande affetto e stima, Lunetta Savino ha poi ricordato anche l’esperienza con Ferzan Özpetek e la loro collaborazione nei tre film Saturno contro (2007), Mine vaganti (2010), fino ad arrivare a oggi con Diamanti. Ha sottolineato come il regista abbia uno sguardo unico sulle storie e sui personaggi, capace di raccontare con sensibilità ed emozione le relazioni umane in film di grande profondità e bellezza.
Il viaggio emozionante attraverso la carriera, i successi e le sfide affrontate dall’attrice si è concluso con un augurio e un consiglio ai più giovani a cui il Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri dedica un’attenzione e una cura particolari: “Provateci, ricette non ce ne sono, è difficilissimo. Se avete questa grande passione, voglia, desiderio, è giusto che ci proviate. A me è servito studiare, prepararmi, fare la scuola di teatro e continuare a fare corsi anche dopo, quando avevo già un diploma, quando avevo già iniziato a lavorare, senza pensare mai di essere arrivati. So che è difficile, per iniziare ci vuole anche un po’ di fortuna e sicuramente ci vuole l’incontro giusto con i maestri. Serve anche imparare ad accettare il fallimento, serve cadere e imparare a rialzarsi“.All’inaugurazione del Festival, la direttrice della manifestazione Donatella Cocchini ha dichiarato: “Il nostro è un piccolo Festival, ma solo in termini economici, non certo a livello organizzativo e strutturale dal momento che anche quest’anno vivremo dieci giorni segnati da grandi presenze del mondo del cinema e mostre molto interessanti. Speriamo, dunque, di poter avere in futuro maggiori contributi ministeriali e regionali e più sponsorizzazioni”.
Un auspicio condiviso anche dal sindaco Moreno Landrini: “Questo Festival che ha ormai 14 anni – ha detto – incarna bene i valori che la stessa Spello rappresenta, dall’importanza della cultura a quella dell’accoglienza. Come Comune abbiamo messo a disposizione del Festival molti spazi, a cominciare dal teatro ‘Subasio’ che è il cuore di questa manifestazione, ma non solo. Riusciamo ancora a farlo, ma questo Festival ha esigenze superiori rispetto a quello che può essere il contributo dell’Ente comunale. Ci sono, però, altri soggetti che possono sostenere il cammino intrapreso da questa manifestazione, come ad esempio la Regione Umbria”.