Nell’applaudisissmo film di Margherita Ferri Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa che dopo il grande successo al cinema, mercoledì 19 marzo sbarca su Netflix, è Christian, un ragazzo dal comportamento ambiguo nei confronti del protagonista Andrea, che a tratti sembra suo amico ma poi diventa il bullo davanti al quale ogni adolescente non omologato al branco rischia di soccombere. Si chiama Andrea Arru, ed è stato premiato al Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri con il Premio Speciale BMG Boys and Girls Magazine.
Il riconoscimento per per la sua interpretazione di Christian e anche per la sua versatilità nei vari ruoli ricoperti finora, come quello di Pietro nella serie Netflix Di4ri e in quello di Diabolik adolescente in Diabolik Chi sei? dei Manetti Bros. Fino a quello di Neri, altro personaggio spigoloso, nel film di Violetta Rovetto Il migliore dei mali in questi giorni al cinema. “Ho un rapporto molto complicato con Christian – ci racconta nella nostra videointervista poco prima premiazione e subito dopo il photocall a Vicolo dei Baci – non è ovviamente una persona che mi rispcchia, ha delle carattersitiche molto deicate, c’è tutta ua psicologia dietro, ma sicuranente quello che mi ha dato e lasciato è la consapevolezza delle consguenze di certe azioni e cosa possono causare”.
Nato e cresciuto a Ozieri, nella provincia Sassarese, Andrea Arru ha inziato la sua carriera come baby modello a sei anni per poi, con tanto impegno, ma sempre sostenuto dalla famiglia, diventare un attore, fulminato nel 2018 dall’esperienza sul set di Fabrizio De André Principe libero di Luca Facchini: “Ero felice di fare il modello soprattutto perché mi saltavo due giorni di scuola – ci rivela – per il resto non era molto divertente, poi mi chiamarono per fare una comparsa nel film Il Principe libero e mi resi conto di quanto fosse più divertente e dinamico il cinema, e mi innamorai della macchina da presa”. Adorato dalle sue fan, sogna di recitare un giorno a finaco di Brad Pitt o Leonardo Di Caprio. Ecco la nostra videointervista a Andrea Arru:
Le foto sono di Angelo Costanzo