Una Dea, e non una qualunque ma la Dea Roma, va in hotel, e precisamente al Bettoja Hotel Mediterraneo, edificio vincolato dal Ministero dei Beni Culturali per il suo valore storico e architettonico, uno dei più importanti esempi di architettura razionalista nella Capitale che vanta ancora interni perfettamente conservati e in parte restaurati, come la splendida hall degli anni Quaranta, decorata con marmi e mosaici, molti dei quali ispirati alla mitologia ed alla romanità, quindi affini alla nuova e gradita ospite. Non ha fatto in realtà molta strada perché era proprio lì vicino, nei depositi di Palazzo Massimo, sede del Museo Nazionale Romano. La trasferta, seppur breve, è stata effettuata nell’ambito dell’iniziativa Arte fuori dal Museo di cui si sono fatti pionieri Maurizio e Massimo Bettoja, forti sostenitori del patrimonio culturale italiano, che hanno ospitato anche la presentazione alla stampa del progetto.
L’idea è in verità abbastanza semplice, e come le cose semplici, semplicemente meravigliosa, ed è quella di esporre al pubblico, un pubblico vasto ed eterogeneo come quello che può alternarsi in un hotel nel pieno centro di Roma, un’opera d’arte che non vede luce da tempo, magari dopo averla anche restaurata. Nel caso specifico e d’esordio, si tratta appunto della Dea Roma, una statuetta in marmo bianco del Secondo secolo D.C. che rappresenta la personificazione della Città Eterna e del suo Impero: sulla testa ha un elmo con pennacchio dentro il quale raccoglie i capelli, indossa una tunica corta che le scopre un seno, e un mantello con una fibula tonda che lo ferma sulla spalla. A tracolla ha il balteo porta spada e con la mano sinistra regge un’asta. La mano destra in realtà non ce l’ha più, ma in origine pare che con quella tenesse una spada tozza e senza punta. A completare l’antico outfit, un paio di endromides, ovvero degli stivaletti stringati da corsa. Un’ispirazione che arriva decisamente dalle Amazzoni greche.
Il gruppo Bettoja Hotels ne ha finanziato il restauro, il trasporto e l’allestimento all’interno di una teca protettiva in vetro posta nella grande hall del celebre albergo romano sull’Esquilino dove resterà per un anno, per poi tornare al Museo ma non più nascosta nel deposito, bensì esposta al pubblico in tutta la sua ritrovata bellezza. Auspichiamo dunque che altri musei e hotel, inizialmente di Roma e del Lazio ma poi di tutta Italia, vogliano aderire all’iniziativa Arte fuori dal Museo, promossa nell’ambito del protocollo d’intesa siglato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura con l’Associazione non-profit LoveItaly, che chissà quante altre belle sorprese artistiche ci potrà regalare.