Il 14 dicembre arriva al cinema il primo sequel di Avatar intitolato Avatar La via dell’acqua. Il primo, dicevamo, perché questa mattina abbiamo potuto vedere in anteprima alcune sequenze del film – sulle quali non possiamo dire nulla per questioni di embargo – e di parlarne direttamente con il produttore Jon Landau che era in collegamento video con noi allo Space Moderno di Roma, e ci ha annunciato in tutto ben 4 sequel, peraltro girati tutti insieme: “ed è stato molto complicato – ci ha raccontato Landau – la difficoltà più grande della realizzazione di questo film che, inoltre, ha molte più scene con attori in carne ed ossa”. E sul fatto che sono passati ben 13 anni dal primo Avatar, ha ironizzato: “per il sequel di Top Gun Maverick mi pare ce ne siano voluti molti di più…”
Ambientato infatti più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto come il primo da James Cameron e prodotto dagli stessi Cameron e Landau (stessa coppia vincente di Titanic), il film è interpretato da Zoe Saldana, Sam Worthington, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Cliff Curtis, Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi e Kate Winslet. E in attesa del sequel, giovedì 22 settembre torna in sala Avatar.
“Cameron ha scritto di temi universali. Non c’è nulla di più universale della famiglia – ha continuato Jon Landau – parlo di quella che si sceglie, cioè la comunità, raccontata dal punto di vista degli adolescenti che cercano il loro posto nel mondo. Temi con cui si possono identificare tutti, in tutto il mondo. Abbiamo sempre dato grande importanza alle emozioni”.
Da sostenitrice accanita, nonché vittima del fascino del 3D, ho chiesto a Jon Landau il motivo per cui, secondo lui, il 3D, esploso proprio in gran parte grazie al primo Avatar nel 2009, sia stato abbandonato negli ultimi anni, ringraziandolo per averlo riutilizzato in questo primo sequel:
“noi riteniamo che il 3D migliori l’esperienza di vedere il film, per noi è una finestra sul mondo – ha risposto il produttore – Dopo Avatar purtroppo tutti hanno voluto sperimentare il 3D, ma questa tecnica non rende bello un film brutto, accentua soltanto quello che già c’è. Il concetto è che un film brutto non diventa bello con il 3D. Bisogna saper cogliere la sfida. Mi auguro che Avatar possa riaprire uno spiraglio e che faccia tornare la voglia di fare film in 3D anche ad altri registi”.
Poi gli abbiamo chiesto del ritorno di Sigourney Weaver: visto che nel primo Avatar il suo personaggio, quello della dottoressa Grace Augustine, muore, chi interpreta in Avatar La via dell’acqua?
“Sì, Sigourney Weaver c’è ancora in questo film – dice Jon Landau – è la ragazza quattordicenne, figlia adottiva di Jake Sully, sempre interpretato da Sam Worthington, e di Neytiri che è sempre Zoe Saldana. L’avete vista in queste immagini mentre saluta la madre… un ruolo nuovo che le ha dato la possibilità di essere più giocosa…” Ci era davvero sfuggita…
Dunque, per citare ancora Jon Landau: “Siete pronti a tornare a Pandora? Non c’è mondo più bello dove fuggire…”