Lo abbiamo aspettato per 13 anni e finalmente è arrivato. Avatar 2: La via dell’acqua del premio Oscar James Cameron è da oggi al cinema, anche in versione 3D che vi consiglio caldamente perché è un vero spettacolo nello spettacolo. La magica – per me il 3D resterà sempre una magia – visione tridimensionale, migliorata ovviamente dai suoi esordi più o meno proprio con il primo Avatar del 2009, rende il mondo lunare di Pandora, i paesaggi, il mare e il suo colorato e accogliente universo sommerso, assolutamente reali nella loro irrealtà e così meravigliosamente invadenti da sembrare di esserci dentro. Ma il bello di Avatar 2 è anche la storia.
Jake Sully, l’ex marine paraplegico che ha scelto la sua nuova vita abitando definitivamente il suo corpo Na’vi, sempre interpretato da Sam Worthington, e la principessa guerriera Neytiri, intepretata anche qui da Zoe Saldaña, innamoratisi nel primo capitolo della saga – della quale arriveranno ben altri tre sequel come annunciato lo scorso settembre dal produttore Jon Landau – hanno messo su famiglia, numerosa e allargata: hanno tre figli, Neteyam (Jamie Flatters), Lo’ak (Britain Dalton) e Tuk (Trinity Jo-Li Bliss) più l’adottata Kiri, figlia dell’avatar della dottoressa Grace Augustine – entrambi i ruoli sono di Sigourney Weaver; senza dimenticare Spider (Jack Champion), un giovanissimo umano rimasto su Pandora ancora neonato, che si è praticamente accasato da Sully.
Jake è il capo del clan Omatikaya, il suo popolo di Na’vi, e toccherà a lui salvare la sua gente, abbandonandola per mantenerla al sicuro, dopo la nuova invasione degli uomini del cielo, cattivi e crudeli con le persone e con gli animali, decisi a ricominciare a sfruttare Pandora. Particolarmente accanita e crudele la squadra d’elite guidata dall’avatar Na’vi in cui sono stati trasferiti indole e memorie del colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang), un Rekom dunque, che non solo metterà a repentaglio la pace e la vita dei Na’vi, ma quella dell’intero pianeta. Ci sono scene di violenze su innocenti e pacifici abitanti di Pandora che ricordano persino quelle perpetrate dai nazisti sulla terra, e altre sui grandi e sacri animali del mare che tanto somigliano alla nstra, si fa per dire, crudele caccia alle balene.
In fuga dunque con la sua famiglia, non senza lamentele da parte di Neytiri e dei ragazzi, Jake decide di chiedere asilo ai Metkayina, popolazione del Reef, veri e propri Na’vi semi traformati in esseri più acquatici che terrestri. La convivenza iniziale non sarà facile, ma ci sarà qualcosa ad unirli tutti, nel bene e nel male. Nel cast di Avatar 2: La via dell’acqua anche Kate Winslet nel ruolo di Ronal, la matriarca sciamanica del clan Metkayina, che non esita a combattere e a difendere il suo popolo nonostante aspetti un figlio, e Cliff Curtis in quello del suo consorte Tonowari.
La famiglia, dunque, il tema centrale del primo sequel di Avatar: la famiglia è la nostra fortezza il mantra che ripete sempre Jake Sully a moglie e figli e anche un padre protegge, ma anche e soprattutto la solidarietà, la condivisione, la pace, la valorizzazione delle differenze, qui più concreta che mai quando i Na’vi imparano dai nuovi amici un po’ più verdi che blu e dalla coda più grande, a sopravvivere in acqua e a godere delle sue infinite meraviglie.
Alla premiere romana di Avatar 2: La via dell’acqua abbiamo incontrato alcuni ospiti della serata e videointervistato Sophie Codegoni e Alessandro Basciano, Giancarlo Commare, Ludovico Tersigni, Giacomo Giorgio, Michele Bravi, Michela Giraud, Saverio Raimondo, Andrea Dianetti e Paolo Bernardini:
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