“Ciao Roma, grazie mille…. è bello essere nella città più bella del mondo qui al Circo Massimo… ah… Roma, daje!
” Bruce Springsteen ha aperto così ieri sera il suo lungo e intenso concerto nella capitale a chiusura del The River tour 2016 davanti a 60mila persone di ogni età entusiaste e soddisfatte dall’inizio alla fine, come potete vedere a fine articolo nella nostra videosintesi nel concerto. Il via alle 20.20 quando il cielo è ancora chiaro ma la suggestione è già a mille con i tanti cuori rossi nelle mani dei fan, poi quando il buio sul Circo Massimo è totale arrivano le lucciole, quelle dei telefonini, a illuminare l’arena e pure il Boss dice che “è bello”. Energia pura la sua e anche quella della storica quanto fedele negli anni E Street Band con Little Steven in primis a duettare con lui e anche Patty Scialfa, alias signora Springsteen, che con lui canta Tougher than the rest, e la magia della chitarra di Springsteen che nel finale di Because the night si mescola a quella di Nils Lofgren che ha appena regalato un assolo sorprendente. New York City Serenade e poi Badlands, The River e The ghost of Tom Joad, sraziante bellissima, fino a Born in the USA, in un alternarsi magico e perfetto tra carica ed emozione. Aperto e divertente il dialogo con il pubblico, il boss ride, sorride, indossa cappelli che gli vengono lanciati, accontenta le richieste di canzoni del cuore, titoli scritti su cartoni improvvisati, come bottiglie con i messaggi dentro lanciate nell’oceano, ma lui li trova e li raccoglie, poi stringe le mani di chi sta davanti al palco, si concede persino per qualche selfie, così, in pieno concerto, e qualcuno alla fine sale pure sul palco a ballare Dancing in the dark e torna a casa con un sogno realizzato. Grazie Roma? No, grazie Boss.