Adrenalinico, divertente, ironico, dissacrante… Abbiamo visto Bullet Train ieri sera all’inaugurazione del Floating Theatre Summer Fest a Roma, e ci siamo divertiti un sacco. Il nuovo film dell’ex stuntman, pure di Brad Pitt, David Leitch (John Wick, Atomica Bionda, Deadpool 2 e Fast & Furious Hobbs & Shaw) in sala da giovedì 25 agosto, è un thriller in corsa, proprio come il velocissimo treno giapponese del titolo, il più veloce del mondo, sul quale si svolge per tutte le due ore abbondanti. 127 minuti, per l’esattezza, che volano come colombe tra scene assolutamente inverosimili, eppure magicamente credibili, botte da orbi, sangue quanto basta, serpenti (anzi uno solo, è femmina e si chiama Edwina), battute taglienti e una bella strizzata d’occhio a quel capolavoro tarantiniano che si chiama Pulp Fiction, raccontandoci nel frattempo vita, e in alcuni casi morte, di un pugno di spietati killer, o giù di lì, che si incontrano e scontrano di vagone in vagone, ognuno con una missione da compiere, ma tutte collegate tra loro.
A tenere il filo è, seppur inconsapevolmente, è Ladybug, che a dispetto del suo delicato e scaramantico nome in codice che in italiano suona come Coccinella e nonostante le sue crisi paranoiche e il crollo di autostima, se la cava egregiamente. Ad interpretarlo è uno scatenato Brad Pitt in un ruolo comico e scanzonato come non mai, che anche da solo vale tutto il film, biglietto del cinema incluso. “Ladybug sta attraversando una crisi esistenziale – rivela Brad Pitt sul suo personaggio – troppi dei suoi ultimi incarichi sono andati male e sta iniziando a pensare che l’unica cosa che tutti quei lavori hanno avuto in comune tra loro, è lui. Si è convinto di aver portato sfortuna in ogni aspetto della sua vita e sta cercando di trovare un modo per risolvere il tutto pacificamente“. Ed eccoci alla storia di Bullet Train.
Ladybug accetta un incarico dalla sua capa (Sandra Bullock, ma si vede solo alla fine in una sorta di cameo, però la sua voce corre sul filo del telefono per tutto il film), al posto di un collega con il mal di stomaco. Una cosa semplice, un facilissimo furto di una valigetta dal Bullet Train, ma che tanto semplice nella realtà non sarà. Su quel missile a rotaie che va da Tokyo a Kyoto, il nostro eroe si imbatterà in personaggi davvero terrificanti (ma tanto divertenti, dal primo all’ultimo) che, chi per un motivo e chi per un altro, vogliono tutti quella dannata valigetta…
Il bello è che a mano a mano li conosceremo abbastanza a fondo: il violento vendicativo che ulula quando uccide e per questo lo chiamano The Wolf (Benito A Martínez Ocasio alias Bad Bunny); il pacifico ma comunque vendicativo (Hiroyuki Sanada); la figlia irrisolta perchè mai apprezzata dal padre: per The Prince, interpretata da Joey King, uccidere è un gran piacere; il figlio indegno Kimura interpretato da Andrew Koji; una maestra del travestimento di nome Hornet (Zazie Beetz) che adora il veleno, ma occhio al karma… ;
due killer pronti a tutto interpretati da Brian Tyree Henry e Aaron Taylor-Johnson, ma che si vogliono bene come fratelli (d’armi, magari) e portano innocui nomi di frutta, Lemon e Tangerine (Limone e Mandarancio), uno fissato con una cartone per bambini che, guarda caso, ha per protagonista un trenino e dal quale, dice e ripete continuamente, ha imparato a conoscere le persone, e che ci ricordano tanto Jules e Vincent del già citato Pulp Fiction; e infine il centro di tutto: il terribile boss russo chiamato la Morte bianca (Michael Shannon) e suo figlio ribelle da sacrificare (Logan Lerman). Cosa li accomuna, oltre alla facilità con cui uccidono? Il fatto che tutti hanno una ragione per farlo, il che non li rende certo degli eroi ma dona loro, diciamo, una certa personalità e, in alcuni persino, un appiglio di redenzione.
“Tutti questi personaggi mostrano la loro umanità – dice David Leitch – Ladybug, per esempio, vuole essere una persona migliore. Ma lo si vede anche in Lemon e Tangerine che nella loro fratellanza si prendono cura l’uno dell’altro. The Prince è una sociopatica, ma ha una dinamica con suo padre nella quale possiamo identificarci tutti. Puoi fare questo viaggio con questi assassini spietati e provare ancora sentimenti per loro, divertirti, ridere delle battute. Questo è il tipo di film che mi piace fare, ha un tono di divertimento implacabile e dialoghi scattanti. Ma la cosa più importante per me era che aveva personaggi ben definiti che davano agli attori molto su cui lavorare. Bullet Train è un divertente thriller d’azione con personaggi folli e roboanti ed è una meditazione sul destino. Davvero. E poi c’è tanta azione, e l’azione è nel mio DNA. So bene quanto sia difficile oggi riuscire e fare un film originale che non sia un sequel o una storia di supereroi, ma siamo pronti per la sfida“.
Basato sul libro di Kotaro Isaka, uno dei romanzieri più popolari e acclamati del Giappone, Bullet Train ha avuto anche il plauso dello scrittore.