C’è tempo, il film di Walter Veltroni con Stefano Fresi e Simona Molinari, videointerviste

di Patrizia Simonetti

C’è tempo

anche per diventare fratelli. C’è tempo è il nuovo film scritto e diretto da Walter Veltroni, in sala da giovedì 7 marzo, che potremmo definire “delle prime volte” visto che è il primo in cui il regista racconta una storia inventata di sana pianta (quindi non è un documentario), il primo dove Stefano Fresi è totalmente protagonista (ed era ora), quello con cui Simona Molinari debutta al cinema passando per la musica (Lady Gaga e Thony insegnano), e che per i giovanissimi Giovanni Fuoco e Francesca Zezza segna l’esordio assoluto davanti a una macchina da presa. “Siamo tutti esordienti” scherza Walter Veltroni davanti alla nostra di videocamera lodando l’intero cast e rispondendoci sulle tante coincidenze di questo film, dal nome Giovanni del piccolo protagonista, che coincide con quello del suo personaggio, e che ricorre in molti suoi romanzi, all’auto che il regista voleva per questo racconto di conoscenza on the road che fatalità Stefano Fresi ha, e difatti è il suo maggiolone cabrio quello in cui vediamo scorrazzare i due fratelli per le strade d’Italia. Ma Giovanni Fuoco, rivelazione vera di C’è tempo, non è il solo a conservare il suo nome vero nella storia, in realtà lo fanno tutti.

Stefano e Giovanni hanno dunque lo stesso padre e quindi sono fratelli, ma lo scoprono quando il primo si avvia già alla quarantina e il secondo ha 13 anni: dopo la morte improvvisa di entrambi i genitori, Giovanni viene infatti affidato a Stefano che inizialmente accetta di malavoglia spinto dalla moglie, con cui non va più tanto d’accordo, per una pura questione economica. Se infatti Giovanni è ricchissimo, Stefano è un precario ma fa un lavoro bellissimo, anzi due: non solo è addetto alla manutenzione del grande specchio che riflette la luce del sole sulla piazza di Viganella, il paese in cui vive, che altrimenti resterebbe perennemente in ombra, ma è un osservatore di arcobaleni, e ne sa tanto a riguardo non solo da farci dei selfie, ma persino per tenere dei convegni sul tema. Tutto ciò potremmo definirlo il succo del film che “ha l’obiettivo di dare un segno di speranza, un po’ di luce nel buio che stiamo vivendo per trovare un po’ d’arcobaleno, che è la bellezza delle differenze che poi si compongono in qualcosa di unico”, metafora poetica firmata Veltroni per sintetizzare il pensiero e la “resistenza” di molti.

Lungo il loro viaggio tra Roma, Rimini e Viganella, Stefano e Giovanni si rendono conto però di essere davvero diversi, l’uno che non sa stare con gli altri, l’altro che non sa scegliere, neanche un piatto dal menu del ristorante, finché non incontrano la cantante Simona, idolo di Stefano tanto che la suoneria del suo cellulare è La felicità, che è la canzone con cui Simona Molinari partecipò a Sanremo 2013, che è in tour accompagnata da sua figlia, l’adolescente Francesca, che è Francesca Zezza. Nascerà qualcosa sia tra i grandi che tra i più giovani, qualcosa che si rivelerà importante per il rapporto tra i due protagonisti che si trasformerà in vera fratellanza.

Tanti gli omaggi al cinema con cui Walter Veltroni ha voluto ringraziare chi il cinema glielo ha fatto amare sin da bambino (proprio come a Giovanni), da Marco Ferreri a Federico Fellini, da Bernardo Bertolucci a Truffaut, fino alla partecipazione straordinaria di Jean Pierre Leaud nel ruolo di se stesso. E con la costante a lui cara del tempo che poi è anche quella della memoria, perché “senza memoria si è dei gattini ciechi” avverte. Infine una buona notizia per gli appassionati del gelato arcobaleno che non si trova più da un po’ di anni: dopo aver visto le clip di C’è tempo, dove Stefano adulto continua a chiedere il gelato arcobaleno nella speranza che l’Algida lo rimetta in circolazione ricordandone il gusto e il colore che tanto apprezzava da piccolo, l’azienda di gelati ha deciso di ricominciare a produrlo, supponiamio dalla prossima estate. E dopo questa dolce notizia, ecco le nostre videointerviste a Stefano Fresi, Simona Molinari, Giovanni Fuoco, Francesca Zezza e Walter Veltroni:

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