Dopo la prima serie che ha visto protagonisti Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, terminata con la distruzione di Citadel ad opera di Manticore, ci si sposta in Italia, esattamente a Milano, per scoprire che di Citadel qualcuno vivo è rimasto: si chiama Diana ed è interpretata da Matilda De Angelis.
Se nella realtà è passato soltanto un anno e mezzo, nel mondo di Diana ne sono trascorsi ben 8 e difatti siamo nel 2030. Reclutata che era ancora una ragazzina da Gabriele (Filippo Nigro) come spia delle spie, introdotta cioè sotto copertura in Manticore, perché era davvero brava e tenace nell’indagare sulla morte dei suoi genitori esplosi con l’aereo su cui volavano, ora si trova in grande difficoltà. Come uscire da Manticore? C’è ancora qualcuno che può aiutarla?
Decisamente a suo agio tra acrobazie senza stuntman, nonostante sul set ce ne fossero 850, lotte corpo a corpo, sparatorie, lanci nel vuoto e tutto ciò che una spia ben addestrata fa, in Citadel Diana Matilda De Angelis – a cui è bastato, si fa per dire, un duro allenamento di resistenza, coreografia e arti marziali ad opera dello stunt coordinator Emiliano Novelli – fa coppia con Lorenzo Cervasio che interpreta Edo Zani, figlio di Ettore Zani (Maurizio Lombardi), ovvero il capo della sezione italiana di Manticore, in competizione per la suprema supremazia con le altre, soprattutto con quella francese. Tra spie e mafiosi forse non c’è tutta questa differenza…
Tra padre e figlio comunque non scorre acqua proprio limpida e Diana è brava ad approfittarne. Anche perché forse Edo può davvero liberarla, l’importante è che si fidi e accetti la sua proposta. Poi, chissà, forse l’amore salverà ancora una volta il mondo… “Diana deve essere pronta a tutto, anche a scelte che non sono giuste – ci rivela Matilda De Angelis nella nostra videintervista – amo la sua determinazione e la sua fragilità“. Nel frattempo meglio pensare a salvarsi, e lei è davvero speciale in quanto a colpi di genio e doppi giochi. E a proposito del mondo da salvare.
A pesare come un macigno su una Milano devastata e distopica – ma poi ci sposteremo anche in Sicilia – l’eterna lotta ancestrale tra il bene e il male. Angeli e demoni, Dio e il Diavolo, i mostri e i supereroi, insomma, i buoni e i cattivi. E nell’era digitale e artificialmente intelligente di oggi a contendersi il potere assoluto non potevano che essere due agenzie di spionaggio super tecnologiche e all’avanguardia in fatto di addestramento dei propri addetti e apparecchiature spianti sofisticatissime, altro che l’accendino fotografico e gli occhiali a raggi X di 007… Ma Citadel e Manticore sono davvero i buoni e i cattivi? E i buoni restano buoni se oltre a spargere democrazia e libertà nel mondo poi vogliono impossessarsene? E qual è il limite entro il quale i buoni restano buoni pur comportandosi come i cattivi, tipo sparare in testa ai colleghi?
Serie davvero spettacolare – come non citare a proposito della parentesi siciliana, l’inseguimento su cavo d’acciaio che fa volare Diana sopra il Cretto di Gibellina, la grande opera d’arte ambientale di Alberto Burri – Citadel Diana offre tuttavia spunti importanti di riflessione: sul nostro paese alla deriva grava l’ombra delle armi, perché violenza genera violenza, e allora anche l’Italia sta per decidere sulla liberalizzazione della vendita di fucili e pistole. Occhio, perché non siamo in un futuro lontano, ma solo nel 2030…
Prodotta da Cattleya e Amazon MGM Studios, con la produzione esecutiva di AGBO dei Fratelli Russo, e diretta da Arnaldo Catinari, la serie arriva giovedì 10 ottobre su Prime Video. Seguirà il 7 novembre la stagione indiana con Citadel Honey Bunny, con Varun Dhawan e Samantha Ruth Prabhu, e poi la seconda stagione di Citadel interpretata da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, Stanley Tucci e Lesley Manville, attualmente in produzione, sempre diretta da Joe Russo. Dopo aver partecipato alla conferenza stampa del mattino, siamo stati anche alla premiere serale di Citadel Diana: ecco le nostre videointerviste a Matilda De Angelis, Lorenzo Cervasio, Filippo Nigro, Maurizio Lombardi, Jun Ichikawa e al regista Arnaldo Catinari:
Le Foto sono di Angelo Costanzo