non potrebbe esserci titolo più evocativo della situazione rischiosa, senza speranza, senza via di scampo di Stefania e Bruno, protagonisti del primo film di Lyda Patitucci, interpretati magistralmente da Isabella Ragonese e Andrea Arcangeli. Stefania e Bruno sono due fratelli che non si vedono da tanto tempo. L’occasione per rincontrarsi non è delle più felici. Lei è un agente di polizia sotto copertura e con il nome di sua madre, Vera, lavora con criminali assassini che la polizia sta cercando di arrestare. Non è facile guidare la loro auto, ascoltare i loro racconti e restare impotenti se uccidono qualcuno, ingoiando il rospo e stringendo il cuore, facendo finta che vada tutto bene. Lui è uno dei nuovi complici di quei criminali con i quali dovrà assaltare un portavalori: non lo fa per sé stesso, lo fa per sua figlia, piccola e indifesa nelle mani della madre tossica e pericolosa, vuole portarla via e poterle offrire una vita, anzi, tutto, tutto ciò che merita.
L’incontro sarà difficile e inaspettato: entrambi dovranno mentire, nascondere, mantenere segreti, ma è inevitabile scoprire che vengono entrambi dallo stesso dolore, dalla stessa sofferenza, dallo stesso passato familiare che li ha resi ciò che sono, dallo stesso padre (un fantastico, come sempre, Tommaso Ragno). Fratello e sorella, hanno subito le stesse dinamiche, e si potrebbe davvero dire che sono entrambi in credito con Dio, per citare una frase agghiacciante e delirante del capo dell’organizzazione criminale balcanica. E se il dolore rende, ma solo apparentemente, forte Vera, dentro di lei c’è sempre una Stefania che rischia di cedere, che si è alzata una barriera a difesa di ogni affetto, che è sola e non importa se rischia di morire, che da perdere ha ben poco, basta che finiscano in carcere quegli assassini senza cuore.
Opera prima di Lyda Patitucci, già regista di seconda unità, specializzata in scene d’azione in film come Veloce Come Il Vento e Il Primo Re di Matteo Rovere che con la sua Groenlandia ha prodotto il suo primo lungometraggio dimostrandole grande fiducia, vede nel cast anche Carolina Michelangeli nel ruolo della piccola Marta, Gennaro Di Colandrea, Aleksandar Gavranić, Alan Katić, Miloš Timotijević, Clara Ponsot, Gabriele Portoghese, Imma Villa. Scritto da Filippo Gravino e al cinema da giovedì 13 luglio con Fandango, Come pecore in mezzo ai lupi è un fim duro che ovviamente non avrà un lieto fine, almeno non competo, e che tra i suoi meriti ha quello di raccontare i suoi personaggi oltre i 360 gradi, guardando alle loro vite passate, a quelle, perennemente in bilico, presenti, e a quelle ancor più precarie, future. Ne abbiamo parlato con regista e cast, ecco la nostra videointervista a Isabella Ragonese, Andrea Arcangeli, Lyda Patitucci: