Non sappiamo tutto di Margherita Hack. Della sua infanzia, soprattutto, e di come, oltre alla sua intelligenza, alla sua perseveranza, al suo coraggio e alla sua genialità, una serie di altre circostanze favorevoli abbiano fatto sì che arrivasse dove è arrivata, e cioè tra le stelle, nonostante sia nata nel 1922 e cresciuta durante il ventennio fascista. A raccontarcele è Margherita delle Stelle, il film TV diretto da Giulio Base, dove la protagonista è interpretata da una Cristiana Capotondi molto nella parte, a cominciare da una parlata toscana più che credibile e da una passione, come quella per lo sport, condivisa con la Hack.
Conosciamo dunque Margherita bambina, ad interpretarla una bravissima Sveva Zalli, diversa da tutte le sue coetanee, sia per indole che per educazione familiare: di certo preferiva giocare a pallone e arrampicarsi sugli alberi piuttosto che pettinare e vestire bambole, così come, anche in età maggiore, vestirsi comoda, preferibilmente in pantaloni, e senza troppi fronzoli, in modo che potesse anche andare in bicicletta senza problemi. Madre e padre l’assecondavano completamente, anzi, la guidavano sulla via della libertà assoluta sia sul fare che sull’essere. E così quando Margherita realizzò uno dei suoi sogni, diventare un’atleta, passarono anche sopra al giuramento di fedeltà al duce che fu costretta a fare.
Roberto Hack e Maria Luisa, qui interpretati da Cesare Bocci e Sandra Ceccarelli, erano davvero due mosche bianche per l’epoca: vegetariani, teosofi, tutto tranne che di intralcio ai sogni e alla vita della figlia, alla quale trasmisero il senso della natura, della libertà, della curiosità, dell’autonomia. E questo giocò non poco a suo favore. Anche se non tutti ne capivano il valore e ciò che avrebbe significato, in quel tempo e nel tempo, come donna in primis, e come scienziata.
La capiva e l’ammirava invece l’uomo che non per nulla scelse per la vita, quell’Aldo conosciuto da bambina ai giardini e poi incontrato di nuovo dopo tanti anni, quell’Aldo che l’amava così tanto da non proferire parola sulle sue notti fuori casa trascorse all’Osservatorio, sui suoi continui spostamenti di casa, di città, di paesi per seguire la sua carriera, e lui sempre al suo fianco a sostenerla. Aldo tolse persino la sua firma dai libri scritti insieme perché se c’era solo il nome di Margherita, pare vendessero di più. Un uomo che ispira una gratitudine e una tenerezza infinita nell’interpretazione delicata e semplice di Flavio Parenti.
Ispirato liberamente al libro Nove vite come i gatti di Margherita Hack e Federico Taddia, che ha curato anche la sceneggiatura assieme a Monica Zapelli, Margherita delle Stelle va in onda martedì 5 marzo su Rai 1 ad aggiunge tasselli importanti alla nostra conoscenza di una donna eccezionale che ha sfidato e vinto sul tempo e sulle convenzioni, arrivando, dopo tanto lavoro, scontri, difficoltà e testardaggine, ad essere la prima direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, e continuare così il suo meraviglioso viaggio tra le stelle. Le nostre videointerviste a Cristiana Capotondi, Flavio Parenti, Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli, Sveva Zalli e Giulio Base: