Micki è la ragazza più popolare del posto mentre suo fratello Giulio è un po’ il bullo della situazione, quello che, per esempio, sbeffeggiandolo, chiama “micetta” il coetaneo Lukas, miglior amico di sua sorella, e avrà certo di che pentirsene. Micki e Giulio sono interpretati da Juju Di Domenico e Giulio Brizzi, tra i protagonisti “teen” di Curon, la nuova serie originale italiana Netflix che sbarca oggi, mercoledì 10 giugno, in ben 190 paesi, incluso ovviamente il nostro, della quale vi abbiamo parlato dettagliatamente nel nostro precedente articolo. Una serie che, oltre a risultare avvincente, moderatamente inquietante e certamente nuova nei temi – principalmente quello del doppio, dell’ombra, del lato meno umano di ognuno di noi che esce allo scoperto quando gli eventi lo costringono a farlo – ha il merito di affiancare coraggiosamente a un cast professionalmente adulto e collaudato, come Valeria Bilello e Luca Lionello, un altro cast tutto new generation, come del resto la storia di Curon impone, in parte già noto al grande pubblico, in parte al suo debutto. E qui incontriamo appunto Juju Di Domenico, già apprezzata in Un passo dal cielo, 1994, Il Paradiso delle Signore 3 Daily e La guerra è finita, e Giulio Brizzi, al suo debutto assoluto che per girare questa serie, come ci racconta nella nostra videointervista, ha persino mollato gli studi. Una passione grande dunque, come quella per l’MMA (Arti Marziali Miste), ma forse ancora di più visto che per studiare recitazione si è trasferito a Berlino. Uno dei sorprendenti punti in comune con Juju Di Domenico che in Germania invece ci è nata. I loro personaggi, Giulio e Micki, sono i due fratelli autoctoni che accolgono a Curon i gemelli Daria e Mauro, interpretati dall’esordiente Margherita Morchio e dal giovane ma navigato Federico Russo, e che dopo diverse incomprensioni, li sosterranno nella ricerca della madre scomparsa, una ricerca che per ognuno di loro diventerà anche un viaggio alla scoperta di sé stessi. Ecco la nostra videointervista a Juju Di Domenico e Giulio Brizzi:
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