Lo abbiamo appena visto su Rai 1 ne L’Allieva nelle sfuggenti vesti di Arthur Malcomess, giovane e appassionato reporter di guerra nonché figlio del ‘supremo’, a far penare d’amore la protagonista Alice Allevi, ovvero Alessandra Mastronardi, e lo ritroveremo presto sulla stessa rete in Questo nostro amore Ottanta sempre nel ruolo di Bernardo Strano, “eroe romantico” al quale Dario Aita è convinto di dovere tutto il successo che ha con le sue fan. Da stasera però, lunedì 21 novembre, Dario Aita si catapulta già più o meno in quegli stessi anni, esattamente nel 1979, nel ruolo di Rosario ne La mafia uccide solo d’estate, la serie, ancora su Rai 1 e diretta da Luca Ribuoli, ispirata all’omonimo film di Pif che peraltro qui è voce narrante, che racconta con ironia Cosa Nostra e dintorni attraverso la famiglia Giammarresi: madre, padre, figlio e figlia, interpretati rispettivamente da Anna Foglietta e Claudio Gioè, Eduardo Buscetta e Angela Curri (qui la nostra videointervista a Angela Curri). Ed è proprio con lei, la mina vagante Angela, che Rosario avrà “un incontro amoroso” come ci racconta Dario Aita nella nostra videointervista che trovate a fine articolo, lui, giovane universitario “cinico e spietato”, politicamente attivo nella Palermo di quegli anni, ma più che per amor di politica, per tutto quel mondo che le gira attorno… Da storia d’amore a storia d’amore, stavolta con un ragazzo di nome Orlando interpretato da Eugenio Franceschini ne La cena di Natale, regia di Marco Ponti, sequel di Io che amo solo te, e come il primo tratto dall’omonimo romanzo di Luca Bianchini, in sala da giovedì 24 novembre con Riccardo Scamarcio (qui la nostra videointervista a Riccardo Scamarcio) e Laura Chiatti, Michele Placido e Maria Pia Calzone. Ne La cena di Natale Dario Aita è Mario, da sempre segretamente innamorato di Orlando, che finalmente trova l’occasione per rivelarsi. Perché in questo film “si racconta proprio dell’occasione da afferrare – ci dice Dario Aita – senza aver paura dell’amore, anche se l’amore è una cosa terribile, come una stanza buia, ma l’importante è non avere paura del buio”. Ed è proprio da qui che comincia la nostra videointervista a Dario Aita:
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