È stata davvero un’emozione grande partecipare ieri sera all’inaugurazione della nuova edizione di Domus Artium, iniziativa prestigiosa e suggestiva che porta grandi star internazionali e la loro la musica classica in luoghi d’arte e di storia. Nella sala Riaria del Palazzo della Cancelleria di Roma, in pieno centro storico, siamo stati accolti da un calice di benvenuto in attesa che due grandi artisti salissero sul palco a regalarci la loro magia: Nina Kotova, violoncellista americana nata e cresciuta a Mosca dove ha studiato al Conservatorio e ora stabilitasi in Italia dove insegna alla Fondazione Accademia Internazionale di Imola, compositrice lei stessa, applaudita in tutto il mondo, direttrice musicale di Domus Artium; e Josu de Solaun, musicista e poeta – incrocio d’arte meraviglioso – ispano americano, pianista, improvvisatore e compositore.
Il primo pezzo che i due artisti ci regalano è Vocalise, op.34, n.14, canzone senza parole composta nel 1915 da Sergej Rachmaninov per la soprano Antonina Neždanova, ultima delle sue 14 romanze per voce e pianoforte e l’unica senza testo, da cantare quindi con una vocale soltanto o con vocalizzi, accompagnati da un pianoforte: in questo caso però in uno dei suoi arrangiamenti orchestrali dove in pratica il violoncello della Kotova sostituisce la voce. La melodia è struggente, malinconica, non è stato facile, come non lo è mai ascoltando Vocalise, non lasciarsi sopraffare dall’emozione e dall’impatto di quelle corde sulle nostre. E infatti non lo abbiamo fatto. La suggestività del luogo e delle luci ha fatto il resto.
Il concerto è poi proseguito con altri brani celebri e intensi spaziando per il mondo, come la Sonata op. 65 in do maggiore per violoncello e pianoforte del musicista britannico Benjamin Britten, a testimoniare la sua grande amicizia con il violoncellista Rostropovic: scritto tra il 1960 e il 1961, fu la prima di una serie di opere per violoncello a lui dedicate; è articolato in cinque movimenti, il secondo dei quali, Scherzo Pizzicato, vuole il violoncello suonato con le dita ed è qui che Nina Kotova butta via l’archetto del suo strumento per suonarlo, appunto, con le mani come fosse una chitarra e come l’autore richiede.
Segue l’op. 65 di Fryderyck Chopin, sonata per violoncello in sol minore (il musicista polacco ne compose soltanto 9 non per pianoforte in tutta la sua vita), dall’atmosfera tormentata che si stempera solo verso la fine, nel corso dell’ultimo movimento, l’Allegro finale. Per chiudere con il più recente L Grand Tango di Astor Piazzolla, scritto dal musicista e compositore argentino per violoncello e pianoforte nel 1982, che tra ritmi di danza e accenti sincopati, trasformano i due strumenti sul palco in veri e propri tangueros. Tra il pubblico c’è anche Abel Ferrara.
L’affiatamento tra Nina Kotova e Josu de Sola in fase d’esecuzione è magico, l’intesa perfetta: si guardano senza vedersi, sembrano persino sorridersi, lei al centro del palco, davanti al pubblico che riempie la sala, nel suo meraviglioso abito lilla luccicante con un’ambia e lunga gonna in tulle, lui appena dietro seduto al suo piano; lei fa volare il suo arco sulle corde e lui le sue dita sui tasti bianchi e neri, le melodie si rincorrono, si attendono, ripartono insieme eppure sempre nel rispetto reciproco.
Applausi tanti, scatti di foto, sorrisi, un lungo e gradito bis, i loro inchini sul palco e i fuori. Poi il rinfresco, a chiudere una serata nell’ambito della convivialità dove il pubblico ha potuto gustare, assieme ai due protagonisti dell’evento, il buffet firmato da Enzo al 29 e i vini d’eccellenza de La Corte dei Papi. L’intera magia si ripete questa sera a Palazzo Monsignani Sassatelli di Imola.
Per tutti gli altri appuntamenti immancabili con le serate di Domus Artium, nata lo scorso anno dall’idea di Barrett Wissman che riempì di note ed emozioni dimore e palazzi storici a Roma e nel Lazio e che ha il Patrocinio del Ministero della Cultura, andate qui.
Le foto sono di Angelo Costanzo