Primo film italiano in concorso oggi a Venezia 78 all’indomani di una cerimonia di apertura condotta da un’emozionata Serena Rossi (qui il suo discorso) e dalla consegna del Leone D’Oro a Roberto Benigni che ha particamente trasformato il suo discorso di ringraziamento (che trovate qui) in una vera e propria dichiarazione d’amore per la sua compagna di vita e d’arte Nicoletta Braschi. È stata la mano di Dio il nuovo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino dal titolo ovviamente ispirato a Maradona cui il regista sente di dovere qualcosa. Il film che è stato definito più volte quello della svolta, gira infatti per la prima volta il racconto su se stesso. A rappresentarlo da ragazzo è Filippo Scotti (Luna Nera), mentre i genitori sono interpretati da Toni Servillo e Teresa Saponangelo. Nel cast anche Luisa Ranieri che raccoglie il testimone di una zia un po’ fuori di testa che forse nella realtà non è mai esistita. È stata la mano di Dio arriverà al cinema il 24 novembre e su Netflix il 15 dicembre.
“A un certo punto mi sono reso conto che c’era stata una grande parte di amore nella mia vita da ragazzo e anche una grande parte molto dolorosa, e mi è sembrato che tutto questo potesse essere declinato in un racconto cinematografico – racconta il cineasta napoletano in conferenza stampa – l’anno scorso ho compiuto cinquant’anni e sono abbastanza grande e maturo per affrontare un film personale“. Sì ma perchè Maradona? Perchè siamo a Napoli negli anni Ottanta, ma soprattutto perchè a sedici anni Sorrentino, cresciuto al Vomero, perde improvvisamente padre e madre per avvelenamento da monossido di carbonio causato da una fuga di gas nella casa di villeggiatura di famiglia. Lui sarebbe dovuto essere con loro, invece prorpio per quel fine settimana e per la prima volta nella sua vita, aveva avuto il permesso di restare a casa da solo per poter andare a vedere Maradona che giocava in trasferta con il Napoli. È stata la mano di Dio comincia con la febbre per il Pibe de Oro in cui i napoletani vedono il salvatore della loro squadra. Anche Fabietto ci spera ed è felice: a scuola non va forse tutto come vorrebbe, impacciato com’è e a volte emarginato, ma i suoi si amano ancora tantissimo con tutti i loro difetti, e i pranzi sono allegri e rumorosi, a volte di piange, altre si ride. Poi tutto cambia e Fabietto, così come Paolo, dovrà riemergere dal dolore e pensare da solo al futuro. Ecco come ne hanno parlato oggi in conferenza stampa a Venezia 78 Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri e Filippo Scotti: