Nella sua breve vita durata soltanto ventuno anni, Elio Trenta, nato nel 1913 a Città della Pieve, in provincia di Perugia, riuscì a dar vita a qualcosa di fantastico: inventò e registrò il primo brevetto del rapportatore di velocità per macchine in genere, in poche parole il cambio automatico, con l’obiettivo di rendere la vita più facile ai ciclisti, per esempio, che prima di imboccare una salita dovevano fermarsi a capovolgere una ruota, e anche a chi aveva a che fare con i motori. La sua creatura era infatti una sorta di prototipo di ciò che Elio sognava e che adesso è realtà: automobili senza la leva del cambio per una guida più comoda. E riuscì a realizzarlo lavorando semplicemente nell’officina del padre, senza l’aiuto di nessuno, proponendo persino il suo progetto alla Fiat che, in quel caso, non fu affatto lungimirante dichiarandosi non interessata, perchè l’auto avrebbe perso, come dire, di virilità. Solo dopo la sua morte, come spesso accade ai geni, qualcuno comprese l’importanza della sua invenzione: era la Oldsmobile della General Motors che montò su una sua macchina il primo cambio automatico al quale nessuna auto americana rinunciò più.
La sua avventurosa vicenda è diventata uno spettacolo teatrale dal titolo E.T. L’incredibile storia di Elio Trenta che, dopo il debutto di successo al Todi Festival 2021, arriva dall’11 al 14 novembre 11 al 14 novembre, all’Argot Studio a Roma, protagonista Luigi Diberti che lo ha anche scritto assieme allo sceneggiatore Gianmario Pagano, con la regia di Francesco Frangipane e le musiche dal vivo di Raffaele Toninelli. E.T. L’incredibile storia di Elio Trenta è dunque un’occasione per restituire un po’ di merito ad un ragazzo umbro con il quale la vita non fu generosa: chissà quanto altro avrebbe creato la sua mente così attenta alle esigenze del mondo se gli avesse concesso più tempo.