Gioia ha sedici anni e odia il mondo. Cambia città, scuola e amici di continuo, ma non perché lo voglia. Tutta colpa di sua madre Sabrina, che fugge da chissà cosa o chissà chi. Per questo Gioia, apparentemente dura e scostante, è in realtà una ragazza insicura e fragile, ma dalla lingua lunga e tagliente. Interpretata da Gaja Masciale, Gioia è la protagonista di Eppure cadiamo felici, da venerdì 6 ottobre su RaiPlay, serie in 8 episodi da meno di mezz’ora ciascuno, liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Enrico Galiano (Garzanti).
Quando la conosciamo, Gioia è in pieno, ennesimo trasloco. Stavolta la madre, bella, esuberante, che canta in macchina e rubacchia negli autogrill, con la quale ha un rapporto invertito, cioè è spesso lei a fare da mamma a Sabrina (Giorgia Wurth), la trascina a Gorizia a casa della nonna materna Claudia (Paola Sambo) che non le accoglie proprio a braccia aperte: è l’ex frontwoman di un gruppo rock alternativo, anticonformista e sempre in conflitto con la figlia. Gioia non lo sa ancora, ma stavolta questa nuova città sconosciuta le cambierà la vita.
Intanto una notte incontra Lo (Costantino Seghi), un ragazzo misterioso che vive in strada e si fa vedere solo dopo il tramonto, che le farà provare per la prima volta l’emozione di qualcosa che somiglia all’amore, tanto che Gioia sarà fondamentale per il confronto di Lo con se stesso. E poi si fa anche nuovi amici, tra cui Andrea, il ragazzo più popolare del liceo pazzo per la musica, la bella e stronza della scuola Ludovica (Linda Pani), che la prende subito di mira, e Sara (Margherita Morchio), tutta l’opposto di Gioia: lesbica convinta, è una ragazza sfrontata e sicura di sé, e ricca di famiglia. Ma anche su di lei ci sarà da lavoare… Un ruolo importate nella vita futura di Gioia lo avrà anche il professor Enrico Bove (un ritrovato Matteo Branciamore già al cinema con Enea di Pietro Castellitto presentato a Venezia 80), un insegnante un po’ sui generis con non pochi problemi: lo hanno fregato su lavoro, ha divorziato e per non farsi mancare nulla, si innamorerà di Sabrina.
Eppure cadiamo felici parla delle nostre fragilità e di come vivere con le nostre imperfezioni, lanciando un senso di speranza e di ottimismo: nessuno è perfetto, tutti commettono errori, ma è anche questo il bello della vita. Per questo la serie sfoggia colori forti e caldi. “Il mio punto di partenza è stato sicuramente il romanzo di Enrico Galiano che ho trovato molto divertente e ricco di suggestioni visive – spiega il regista Matteo Oleotto – La scelta degli attori è stata molto importante e sono felice di tutto il cast perché siamo riusciti a trovare delle tipologie umane chiare, che ben raccontano la storia di questa serie. I personaggi sono i veri portatori sani di questa storia, elemento che ha influenzato, di conseguenza, la scelta di ripresa: camera a mano per cercare di stare molto vicini a loro, senza farci distrarre da quello che li circonda“. Le nostre videointerviste a Gaja Masciale, Matteo Branciamore, Costantino Seghi, Giorgia Wurth e Paola Sambo: