L’omosessualità è per certi versi e in molti contesti ancora un tabù, se poi la trasporti nel mondo dello sport, del calcio in particolare, si fa segreto inviolabile, difetto da nascondere, realtà da negare, difetto da isolare. John Donnelly ne scrisse una commedia teatrale intitolata The Pass che fu presentata al Royal Court Theatre di Londra nel gennaio del 2014 e due anni dopo Ben A. Williams la trasformò in un film per il cinema. Nella sua versione teatrale italiana con il titolo di Fuorigioco The Pass gira da un po’ i nostri palcoscenici e da giovedì 31 gennaio approda al Piccolo Eliseo di Roma dal con la regia di Maurizio Mario Pepe ed Edoardo Purgatori (Un medico in famiglia 10, Amore oggi, Tutto può succedere 2), Miguel Gobbo Diaz (Nero a metà), Giorgia Salari (Il giovane favoloso, Non uccidere, Tutto può succedere 3, Non dirlo al mio capo 2, Il commissario Montalbano 13) e Gianluca Macrì sul palcoscenico.
In Fuorigioco The Pass visitiamo tre diverse camere d’albergo a 5 anni di distanza l’una dall’altra, la prima è quella di un hotel di Bucarest dove dormono, o meglio dovrebbero dormire, Cristian e Ade, due giovani calciatori di una squadra romana alla vigilia di un’importante incontro di Champions League che deciderà il loro futuro: parlano, scherzano, si divertono, poi Cristian bacia Ade e tutto cambia. Cristian lo ritroviamo 5 anni dopo, ormai calciatore famoso, in un’altra camera d’albergo, stavolta a Barcellona, ma con lui c’è Linda, una lap dancer con una videocamera che dovrà riprendere la loro notte d’amore per smentire una volta per tutte che Cristian no, non è gay… Ade invece sì e lo dichiara apertamente, ma è altrove e fa l’idraulico. Ancora 5 anni e in un albergo di Milano Ade incontrerà di nuovo, dopo ben 12 anni, Cristian, divorziato, squalificato e in riabilitazione… C’è ancora qualcosa tra loro, ma… Ne abbiamo parlato con il protagonista e il regista, ecco la nostra videointervista a Edoardo Purgatori e Maurizio Mario Pepe: