Un film duro sin dall’inizio, ma toccante e commovente per tutto il suo corso Hostiles (Ostili) di Scott Cooper, film d’apertura della Festa del Cinema di Roma a raccontare di un sopruso ripetuto, di scontri scaturiti dall’ignoranza e dall’arroganza, di lotte generate dalla paura, la paura di chi non è come noi, di chi è di un altro posto, di un’altra razza e, in alcuni casi, di chi ha qualcosa che pretendiamo appartenga a noi. 1892, i nativi americani vengono massacrati imprigionati e derubati delle loro terre dagli invasori statunitensi, sono odiati e temuti, nessuna differenza tra differenti tribù, chi buoni e chi cattivi, tra Cheyenne e Comanche, per esempio. Il capitano dell’esercito Joseph Blocker ha l’ordine di scortare una famiglia liberata dopo 7 anni di prigionia, il cui capo anziano Falco Giallo sta morendo di cancro, dal Tennessee alla sua terra natia nel Montana, anche se lui vorrebbe ucciderne tutti i componenti. L’odio di quell’uomo verso gli indiani sgorga da ogni poro della sua pelle, da ogni lampo nei suoi occhi, da ogni parola emessa a denti stretti. Poi l’incontro con Rosalee, una donna privata di tutto ciò che aveva con una violenza inaudita e che come nessun altro ha tutto il diritto di odiare chi le ha fatto questo e di gridare di terrore alla vista di un nativo. E Joe mostra con lei l’altra parte di sè, quella di uomo sensibile e premuroso. Sarà lei, con tutto il suo straziante dolore nel petto, a cominciare a capire, osservando e ascoltando, che il pregiudizio non paga e che l’integrazione e il superamento dell’odio nei confronti dello straniero e dello sconosciuto passa attraverso la conoscenza e la condivisione, anche del dolore, come quello di un’altra donna e di un’altra madre. Quel viaggio diventa per tutti loro “un percorso dell’anima”. E per Rosalee “un percorso di crescita – dice Rosamund Pike – in cui lei arriverà a trasformarlo, anche facendogli capire che è un uomo buono”. Hostiles è un western sui generis a raccontare l’America di oggi: “tutti sappiamo che gli Stati Uniti stanno vivendo una spaccatura razziale che peggiora sempre più – dice Scott Cooper – e io spero che Hostiles apra un dibattito su questa situazione”. Un messaggio contro il razzismo nell’America dei muri di Donald Trump. Wes Studi, americano di famiglia Cherokee, interpreta Falco Giallo. Un grande Christian Bale dà vita al capitano Joe che si allontana sempre più dall’uomo che è per diventare semplicemente un uomo, trascinato da Rosalee che con i suoi silenzi sa aprirgli gli occhi, un’intensa Rosamund Pike che risponde dapprima con ironia ma poi si commuove quando le chiediamo se non saranno davvero le donne a cambiare il mondo. Il nostro videoincontro con Rosamund Pike:
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