Dell’opera di Victor Hugo conserva il titolo, l’ambientazione a Montfermeil, alla periferia parigina, dove nel romanzo c’era la locanda dei perfidi Thénardier, e di certo il senso racchiuso nella frase finale del film, e cioè che “non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”. I Miserabili di Ladj Ly che a Montfermeil è nato e cresciuto e tuttora vive, e a cui ha dedicato dei corti prima di renderlo teatro del suo primo lungometraggio, è stato esso stesso un corto. Nel 2005 nella vicina Clichy-sous-Bois due ragazzi muoiono folgorati in una cabina della rete elettrica mentre scappano dalla polizia, scatenando tre settimane di disordini che si estendono per l’intera area, incluso Montfermeil. I Miserabili di Ladj Ly non racconta questo, perchè siamo nel 2018 e la Francia ha appena vinto i mondiali, ma quelle sommosse vengono citate e restano emblema di un clima pesante di disagio, povertà, sfruttamento che nelle banlieue si continua a respirare a fatica ancora oggi laddove regnano miseria e disoccupazione e tutti devono sopravvivere tra compromessi e cadute libere, vere e proprie polveriere che basta una scintilla a farle esplodere. Tutte cose che Ladj Ly conosce molto bene: “in questo film racconto un po’ la mia vita, le mie esperienze, quelle delle persone che mi sono vicine – spiega – tutti gli elementi della storia si basano su cose realmente vissute: i festeggiamenti per la vittoria della Coppa del mondo di calcio, ovviamente, l’arrivo del nuovo poliziotto nel quartiere, la storia del drone… Per cinque anni, ho filmato con la mia videocamera tutto quello che avveniva nel quartiere e soprattutto quello che facevano i poliziotti, non li perdevo d’occhio. Appena arrivavano, prendevo la videocamera e li filmavo, fino al giorno in cui ho immortalato un loro vero e proprio abuso. Ho voluto mostrare tutta l’incredibile diversità che costituisce la vita nei quartieri popolari. Abito ancora lì, sono la mia vita e mi piace filmarli. Sono il mio set cinematografico!” Tutto ciò è evidente nella veridicità di ripresa tanto che a volte sembra di assistere a una diretta televisiva e l’impatto che ne deriva è forte e sincero.
Premiato dalla giuria a Cannes, I Miserabili racconta in particolare le gesta non proprio edificanti di una squadra anticrimine che gestisce a suo modo la calda situazione che vede opporsi bande criminali, membri di congreghe religiose e orde di ragazzini che partono all’attacco all’unisono se pesti i piedi, o la faccia, a uno di loro. E basta un niente per arrivare alla guerra. Stephane Ruiz (Damien Bonnard) è l’ultimo arrivato, si è trasferito a Montfermeil perché lì vive la sua ex moglie con suo figlio, e per lui non è facile abituarsi ai modi dei due compagni di squadra, i veterani Chris e Gwada (Alexis Manenti e Djebril Zonga) che infastidiscono le ragazzine, sono violenti coi bambini, fungono da tramite tra i criminali, i boss locali – uno lo chiamano il sindaco – gli zingari… Difficile distinguere tra buoni e cattivi, così si resta più o meno neutrali, o almeno questa è la visione e l’intenzione del regista che guarda il tutto da dentro: “ci sono buoni e cattivi da entrambe le parti. Io cerco di filmare ogni personaggio senza formulare alcun giudizio – spiega Ladj Ly – Il ‘sindaco’ ha un lato educatore e allo stesso tempo è un po’ sordido, i poliziotti lo stesso, sono via via simpatici, disgustosi, umani… Navighiamo in un mondo talmente complicato che è difficile esprimere giudizi rapidi e definitivi. I quartieri sono delle polveriere. Ci sono i clan e, ciò nonostante, cerchiamo di vivere tutti insieme e facciamo in modo di evitare che le situazioni sfuggano di mano. È questo che mostro nel film, i piccoli aggiustamenti quotidiani che ciascuno compie per restare a galla. La responsabilità primaria ricade sui politici. Negli ultimi trenta o quarant’anni hanno lasciato degenerare la situazione, ci hanno abbindolati con decine di parole e piani – piano periferia, piano politico per la città, piano a destra e piano a sinistra – e il risultato è che non ho mai visto cambiare qualcosa da trent’anni a questa parte”.
I Miserabili arriva lunedì 18 maggio su www.miocinema.it ad inaugurare la nuova piattaforma dedicata agli amanti del cinema d’autore che offre visione in sala, film in streaming, promozioni, contenuti originali, servizi, informazioni, masterclass, anteprime esclusive e molto altro, progetto dinamico ambizioso cui hanno già aderito 137 sale che punta a divenire un vero e proprio punto di riferimento per i tanti appassionati del buon cinema e a rendere il cinema stesso un punto di ìincontro sociale e culturale sul territorio, mettendo per la prima volta in relazione il pubblico, la sala e il mondo digitale. MioCinema celebra anche il Festival di Cannes con 14 film titolari della Palma d’oro. I Miserabili è disponibile, sempre da lunedì 18 maggio, anche su Sky Prima Fila Premiere.