Questo Festival stupisce e spiazza. I vincitori di Sanremo 2025 sono tre artisti completamente diversi per stile, genere, età. Per genere intendiamo quello musicale, perché sono tre uomini però, ma “quanto meno in questo podio è rappresentato un maschile che sicuramente non è patriarcale” dice Brunori Sas nella conferenza stampa dei vincitori, lui che si è piazzato davvero a sorpresa al terzo posto con L’albero delle noci, una ballata delicata dedicata alla maternità e a sua figlia Fiammetta alla quale dedica anche il premio, come ci rivela nella nostra videointervista realizzata pochi minuti prima della conferenza stampa finale. Si porta comunque a casa anche Premio Sergio Bardotti per il miglior testo.
Di Olly si vociferava da un po’ come, anche quando nei pronostici aveva superato Giorgia, la vincitrice per molti di questo Festival, arrivata invece soltanto sesta con la sua La cura per me, pur avendo stravinto la serata dei duetti e delle cover, esibendosi con Annalisa in Skyfall di Adele: che il Premio Tim le sia di consolazione. E si vociferava anche di Simone Cristicchi che con la sua Quando sarai piccola dedicata alla mamma è stato sempre un papabile alla vittoria, ma ha comunque conquistato il Premio della Critica della sala stampa Lucio Dalla, il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale assegnato dall’orchestra del Festival e il Premio Lunezia per il valore emozionale della sua canzone.
Lucio Corsi era stato dato più volte per trionfatore o comunque tra i vincitori di Sanremo 2025 grazie alla sua Volevo essere un duro, e grazie anche alla performance poetica e naif con Topo Gigio (la cui voce è di Leo Valli che abbiamo videointervistato) con il quale ha intonato una versione unica e delicata di Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno che, tra l’altro, fu la prima voce del sorcetto più amato d’Italia. Però si è portato a casa il Premio della Critica Mia Martini della Sala Stampa e il Premio Assomusica per la migliore esibizione live di un artista rivelazione, e comunque un secondo posto non è affatto male per una sorta di outsider.
E veniamo a Olly: amatissimo dal pubblico della strada che ogni giorno a Sanremo affollava il sottobalcone della casa all’angolo di Corso Matteotti dove la signora della sua canzone stendeva i panni, ovvero i suoi abiti di scena. Cosa abbia colpito così tanto giurie e telespettatori della sua Balorda nostalgia ce lo chiediamo ancora. Non che sia una brutta canzone, ma non certo originalissima. Lui però sembra un ragazzo equilibrato e maturo, e anche prudente: deve ancora decidere se andare all’Eurovision Song Contest oppure no… ecco, questo un po’ ci disturba, ma ognuno è libero…
Peccato per Achille Lauro che ci ha toccato il cuore con la struggente Incoscienti giovani, e per Fedez, coraggioso e spietato con la sua Battiti che ce l’aveva quasi fatta piazzandosi tra i primi 5 artisti nella classifica finale, ma poi ha dovuto cedere il posto a testi e sonorità più tranquillizzanti: non avrebbero certo sfigurato sul podio dei vincitori di Sanremo 2025 per Rkomi, solo penultimo con la sua Il ritmo delle cose, mood trascinante e densa di concetti importanti, una canzone “per far muovere il cervello” per dirla con il suo stesso autore. Peccato anche per Rocco Hunt, tra i nostri preferiti, con Mille vote ancora, per la giovanissima Sarah Toscano che è stata bravissima con Amarcord e per Francesco Gabbani, anche se la sua Viva la vita avrà sicuramente il percorso che merita. Ci dispiace anche per la collana di Tony Effe, per l’ironia di Willie Peyote, per l’allegria dei The Kolors, per la raffinatezza e l’originalità di Joan Thiele.
Siamo invece contenti per Carlo Conti che ha superato alla grande il confronto con Amadeus (gli ascolti parlano da sé), che ha dichiarato di aver voluto fare un Festival baudiano e che forse l’anno prossimo ne sarà solo direttore artistico, lasciando il palco a qualcun altro. Ma intanto plauso ai tre vincitori di Sanremo 2025: ecco il nostro videoincontro con Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas:
Le Foto sono di Angelo Costanzo