I Vini del Grande Vulcano laziale e la Luna Mater a Frascati con Fisar

di Patrizia Simonetti

Un grande evento nel cuore dei Castelli Romani, a Frascati, per conoscere ed apprezzare al meglio I Vini del Grande Vulcano laziale, che è poi il titolo stesso della manifestazione organizzata dalla Fisar Roma e Castelli Romani per promuoverne il territorio. Ed è stata per noi anche l’occasione di scoprire una location suggestiva quale le Mura del Valadier, un vero e proprio tesoro architettonico e culturale costruito nel 1889 che un tempo ospitava gli animali che lavoravano nei campi, da poco restaurato e gestito dall’Associazione Frascati Scienza, perfetto per degustazioni e masterclass a tema vino perché con le sue mura e le sue volte a mattoni, ricorda le antiche cantine.

43 quelle che hanno partecipato all’evento Fisar – Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori – tutte del territorio di Frascati e dei Castelli Romani, con i propri vini pronti su invitanti e generosi banchi d’assaggio, a testimonianza di una fiorente produzione propria, fortemente legata e influenzata dalle caratteristiche del territorio. Con piacere abbiamo ritrovato anche gli amici della rete di impresa dei Castelli Romani Vip, Vino Innovazione e Pane e poi partecipato alla Masterclass Luna Mater di Fontana Candida di cui vi parleremo tra poco.

Abbiamo iniziato la nostra degustazione de I Vini del Grande Vulcano laziale seguendo principalmente i bianchi e i rosati – una selezione del resto va fatta se si vuole uscire per lo più illesi da un’offerta del genere – partendo dalla Malvasia puntinata della cantina Cifero di Colonna e Zagarolo, sull’etichetta la Fontana del Mosè o dell’Acqua Felice di Roma che portava l’acqua dalle campagne di Zagarolo e Palestrina alla città: vino fresco con note di fiori selvatici. A seguire, il Lazio IGP Bianco 2022 della cantina Jacobini di Aprilia, aroma agrumato e gusto sapido, buonissimo.

Per i rosati, abbiamo scelto il Rosè Diana della Tenuta Iacoangeli di Genzano, insolito, audace, fresco e perfetto per l’estate, ma buono tutto l’anno.

E il Rosato Drusilla della Tenuta San Leo di Ariccia, colore brillante che prepara il gusto a un vino fruttato, delicato e intenso al tempo stesso.

Della stessa cantina abbiamo anche gustato l’Aleatico Passito, dolce ma non troppo e piacevole al palato; e per soddisfare a pieno la nostra passione per i vini dolci, ci siamo permessi anche il Passito Velester dell’Azienda Agricola Marco Serra, denso, giallo scuro come il miele che si sente subito, annunciato da aromi di uvetta e canditi: una poesia. 

Per avvicinarci ai vini dolci presenti a I Vini del Grande Vulcano laziale, avevamo però iniziato con il Cannellino di Frascati di Villa Simone e il Cannellino Era della Tenuta di Pietra Porzia, due vini da dessert dal profumo intenso e fruttato. Potevano poi mancare le bollicine?

E per chiudere in allegria, abbiamo scelto il Fuorionda della Cantina Eredi dei Papi di Monte Compatri, una realtà giovane che si rispecchia in uno spumante rosa da uve a bacca rosse, fresco e sapido, Fuorionda come spontaneità; e a segure lo Spumante Brut Villa Cavalletti di Grottaferrata, profumo fragrante di crosta di pane dalla frizzantezza delicata.  

Una breve pausa ed eccoci alla Masterclass Luna Mater di Fontana Candida organizzata nell’ambito de I Vini del Grande Vulcano laziale, guidata dal sommelier Fisar Francesco Radiciotti con l’agronomo Fontana Candida Paolo Savo Sardaro, una verticale dalle vendemmie 2021, 2019, 2017, 2015, 2012, 2008 di un vino simbolo del recupero della grande tradizione vitivinicola del Frascati, nato da selezionati vigneti cinquantenari, per buona parte di Malvasia puntinata.

Il fascino del nome, dall’importanza della luna nel mondo agricolo e quindi vincolo, lo ritroviamo anche nell’etichetta disegnata dall’artista Domenico Bianchi per un vino che vuole reinterpretare la tradizione. Un vino del quale abbiamo sperimentato l’evoluzione di annata in annata, che però non tradisce qualità e linea: dal quasi piccante del 2021, forte all’olfatto e al palato, dal gusto ammandorlato e amaricante caratteristico della Malvasia di Candia, un po’ stonato, siamo saliti verso un aroma più delicatamente profumato, con una nota meno invasiva, fino all’annata 2017, il nostro Luna Mater preferito, che ci è sembrato più intonato, armonico, certamente più dolce. 

Qualità ritrovata nell’annata 2015, delicata di note esotiche, per poi riprendere via via, nel 2012 e nel 2008, un po’ delle caratteristiche delle annate più recenti, ma mai come la prima. Sempre e comunque con equilibrio, un’acidità potente e un tasso alcolico elevato. Attenzione quindi, la raccomandazione a tutti i presenti, a gustarlo troppo freddo: non si percepisce l’alcol e si va dritti sotto al tavolo.