A Roma c’era già stato, anche da giovanissimo, per due provini che non gli andarono bene. Sembra incredibile ma a raccontarlo è proprio Ian McKellen, tra gli ospiti più illustri dei questa Festa del Cinema di Roma, venuto assieme al regista Joe Stephenson ad accompagnare McKellen: Playing the Part, il documentario che lo vede protagonista, sintesi estrema di un’intervista durata 14 ore in cui il grande attore inglese racconta della sua vita, dai primi passi, a soli tredici anni, sul palcoscenico nel suo primo ruolo shakespeariano, quello di Malvolio ne La dodicesima notte, alla sua carriera tutta in ascesa che dopo anni e anni e anni di teatro in tutto il mondo lo porterà, finalmente, pure al cinema: Sei gradi di separazione, poi Riccardo III, Demoni e Dei che gli vale una candidatura all’Oscar come migliore attore protagonista, e poi Magneto in X-Man e la grande consacrazione cinematografica popolare a più di sessant’anni con Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’anello nel ruolo che non gli si stacca più di dosso che è quello di Gandalf il Grigio, neanche adesso che sta facendo Re Lear, poi ancora Lo Hobbit, Il codice da Vinci, La bella e la bestia…Ironico e divertente, Ian McKellen passa dai giornalisti prima di regalarsi al pubblico in uno dei più attesi incontri ravvicinati di questa Festa del Cinema di Roma e ci racconta del suo outing che consiglia a tutti, che poi si sta bene, dice, e si lavora pure meglio com’è accaduto a lui, dei suoi primi fallimenti, esponendo quella teoria che certo aiuta a vivere meglio per cui ogni cosa ha il suo tempo e il suo luogo, per cui inutile affannarsi che se qualcosa deve arrivare arriva al momento giusto. Parla anche con amore di Eduardo De Filippo che ha incontrato, e del mestiere di attore che non è recitare o fingere, ma rivelare. E di questo in particolare gli abbiamo chiesto, ecco dunque il nostro videoincontro con Ian McKellen:
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