Dare la caccia ai cinghiali non è proprio la stessa cosa che darla ai boss mafiosi, ma a quanto pare per entrambe bisogna avere fiuto e soprattutto preparazione tecnica e istinto. Così è per Saverio Barone, alias Francesco Montanari, protagonista de Il Cacciatore, nuova serie in sei puntate al via su Rai 2 mercoledì 14 marzo, liberamente ispirata al libro Cacciatore di mafiosi, da cui il titolo, scritto dal magistrato Alfonso Sabella che scovò e arrestò personaggi come Bagarella e Brusca, quest’ultimo responsabile, tra mille altre cose, del rapimento e dell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, un’esecuzione che fece scalpore persino all’interno di Cosa Nostra, cui peraltro è dedicato il bellissimo film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza Sicilian Ghost Story. “Della storia di Sabella ci sono solo i fatti di cronaca, le date precise e qualche arresto rimesso in scena come lui l’ha fatto – ci racconta Francesco Montanari nella nostra videointervista che trovate a fine articolo – il resto è tutto inventato, dal filo rosso drammaturgico all’ossessione di Barone, così come viene integrato il suo passato da giovane, quando impara a cacciare i cinghiali, e quella strategia l’applicherà poi alla caccia ai mafiosi”. È dunque attraverso il suo alter ego che Il Cacciatore, grazie anche ad un cast eccellente in cui troviamo tra gli altri Edoardo Pesce, Daniela Marra, David Coco, Paolo Briguglia, Roberto Citran, Giulio Beranek, Dario Aita, Claudio Castrgiovanni, racconta la Sicilia degli anni novanta, quella dopo le stragi di Capaci e di Via D’Amelio, in piena guerra tra Stato e mafia, attraverso la lotta per la giustizia di un giovane magistrato che, tra successi ed errori, riesce con intuito e tenacia a mandare in cella centinaia di mafiosi tra cui nomi eccellenti, cominciando dalla coraggiosa denuncia del suo capo colluso, gesto audace notato dal nuovo procuratore capo di Palermo che lo inviterà a far parte del suo pool. Un carattere forte quindi, anche se non sempre perfetto e irreprensibile: “Saverio Barone è un grandissimo egocentrico, ambiziosissimo, un paraculetto, un Rugantino, simpatico, sornione, ma anche stronzo” ci rivela ancora Francesco Montanari, peraltro reduce dal successo teatrale di Uno zio Vanja e “non smetterò mai di ringraziare Vinicio Marchioni che mi ha offerto uno dei personaggi, Astrof, più belli della drammaturgia mondiale” ci dice. Ecco dunque la nostra videointervista a Francesco Montanari:
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