Un viaggio attraverso i testi più belli di William Shakespeare, che siano tragedie o commedie, da Amleto a Macbeth, da Romeo e Giulietta a Otello, da Re Lear a Sogno di una notte di mezza estate, da La dodicesima notte a La Tempesta e Antonio e Cleopatra, e assieme tra le musiche che il grande drammaturgo e poeta inglese volle che accompagnassero tali sue opere, quelle di Robert Johnson, ad esempio, di William Byrd, Thomas Morley e John Wilson, nomi che forse a noi, oggi, non dicono molto, ma che resero ancor più grandi i capolavori di un genio. Un concerto, dunque, tutto shakespeariano ed elisabettiano, originale e inedito, fatto di note e parole. Il canto di Shakespeare, questo il titolo, approda per la prima volta su un palcoscenico e non poteva farlo se non su quello dell’elisabettiano Globe Theatre di Roma, per due lunedì speciali, il 24 e il 31 luglio. A suonare quelle colonne sonore con i suoi strumenti antichi – ribeca, kemenche, liuto e chitarra rinascimentale, viola da gamba, salterio e percussioni – l’ensemble rinascimentale Musica Antiqua Latina diretta da Giordano Antonelli, mentre a leggere e interpretare quei testi è Pamela Villoresi, con la drammaturgia di Michele Di Martino, la regia di Francesco Sala, i costumi di Susanna Proietti. C’è anche un tenore che è il venezuelano Andrès Montilla Acurero, un narratore/direttore, un’acrobata ballerina e un paggetto d’altri tempi. Ma ci raccontano tutto i protagonisti de Il Canto di Shakespeare, ecco dunque la nostra videointervista a Pamela Villoresi, Francesco Sala e al maestro Giordano Antonelli:
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