Immagini di grande impatto visivo, colorate e confuse, fatte di altre immagini sovrapposte l’una all’altra senza un’apparente logica o disposizione razionale, come nei sogni, e come in essi scatenanti emozioni e sensazioni. Sono le opere di Andrea Chisesi, romano, classe 1972, esposte in questi giorni alla nuova Art Gallery Materiarte inaugurata lo scorso ottobre nel cuore di Ortigia, l’isola di Siracusa.
Città che nel 2012 ospitò la sua prima personale dedicata ai Fuochi d’Artificio, preziose memorie di infanzia e di famiglia dell’artista, vere e proprie feste di colori dal retrogusto serenamente amaro, sotto le quali compaiono, in stile minimalista, piccole persone, una coppia, un uomo, una famiglia: “I fuochi – racconta Andrea Chisesi – sono il mio ricordo più caro da bambino, quando mio padre mi portava dai nonni a Palermo per le feste, e rimanevo affascinato dall’esplosione di colore e dai giochi pirotecnici che a Milano non avevo mai visto. La vita, come un artificio, ti stupisce e ti lascia meravigliato, è l’istante della massima estensione dell’esplosione, è dinamismo dei colori. Nel momento in cui vedi il suo massimo splendore, il fuoco si è già spento, è finito, così la vita”.
Largo spazio anche al Circo, altro luogo fucina di divertimento e risate eppure così malinconico, con ritratti-scatti-immagini dei suoi animatori, dall’uomo proiettile ai trapezisti, dagli acrobati all’uomo forzuto fino alla bellissima dama con la sua zebra.
E poi il Sacro con le giovani sante dal volto contemporaneo, Barbara e Lucia, e i due putti di Bouguereau, Amore e Psiche, con il loro primo bacio.
La maggior parte di queste tele sono realizzate da Andrea Chisesi con la tecnica della fusione, che unisce e sovrappone dipinto e carta, fotografie e stralci di manifesti, illuminandone e oscurandone, nella trasparenza, frazioni e particolari, dopo un lungo e accurato procedimento di preparazione. Per i fuochi invece, il colore sgocciola e schizza. Il risultato finale è in entrambi i casi sorprendente, ammaliante, divertente.