“Sor Marchese, è l’ora“. C’è questa scritta sulla tomba di Alberto Sordi, quanto basta per capire che il Marchese del Grillo, nell’immaginario collettivo di tutti, ha la sua faccia, la sua voce, il suo guardo scanzonato nel film di Mario Monicelli del 1981. “Sor Marchese, è l’ora” è la frase che il boia dice al povero carbonaio Gasperino, sempre interpretato da Sordi, con cui il marchese si è scambiato, prima dell’esecuzione. Che poi non avverrà. Bisogna avere un bel coraggio per cimentarsi in quel ruolo. Lo ebbe Enrico Montesano e fu uno dei musical più fortunati del Sistina, e adesso ce l’ha Max Giusti che con Il Marchese del Grillo apre mercoledì 12 ottobre la nuova stagione del tempio romano del musical.
“Non bisogna aver paura del confronto, che tanto è un confronto improponibile… ci dice Max Giusti nella nostra videointervista in una pausa delle prove proprio al Sistina (ed è difficile sentire la sua voce potente e non pensare a Gru). Ma chi era il Marchese del Grillo? Un nobile della Roma papalina, probabilmente realmente esistito, nobile ma democratico nel colpire con i suoi scherzi a destra e a manca, vittime sia ricchi che poveri, sia nobili che mendicanti, Papa compreso. Amava l’ozio, il Marchese, ma ancora di più le donne e il vino. Un po’ meno la famiglia che era fatta di una madre autoritaria e conservatrice, di una sorella con l’alito pesante, di una zia e di una parente povera che si chiamava Genuflessa.
Lo scherzo più grande lo fece proprio al povero Gasperino, che per poco non ci lasciò la vita, ma pure quello all’ebanista Aronne Piperno non fu da meno, non pagato per i suoi tanti lavori giusto per vedere “se le ragioni di un plebeo morto de fame valgono più dei sorpusi che può fare un marchese ricco e potente come me…” Del resto storica è la frase “perché io so io e voi non siete un c…“. Una maschera buffa e crudele al tempo stesso, e che al tempo stesso fa ridere e riflettere.
Il Marchese del Grillo torna dunque in scena nel nuovo adattamento firmato da Gianni Clementi e da Massimo Romeo Piparo che ne cura anche la regia, con le musiche originali composte da Emanuele Friello, le coreografie di Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso e un cast di oltre 30 artisti.
“Il Marchese del Grillo illumina Roma in un momento molto particolare della propria storia contemporanea – dice Piparo – La schietta filosofia di vita di Onofrio del Grillo pervade l’intera commedia di rimandi attualissimi e tremendamente affini con la realtà a cui tutti i romani devono quotidianamente fare fronte: Giustizia corrotta, una Chiesa in bilico tra il debole potere spirituale e il più ammaliante potere temporale, il tremendo dilemma dell’essere e dell’apparire, il dramma dei più poveri contrapposto al cinismo dei potenti; tutti argomenti che sembrerebbero fotografare l’attuale sistema-Italia e ancor più l’inesorabile declino di Roma Capitale, ma che invece sono scaturiti quasi mezzo secolo addietro dalla felice intuizione di grandi Maestri della Commedia italiana della seconda metà del ‘900. Il Marchese del Grillo, quindi, si appresta a diventare lo spettacolo giusto al momento giusto e nel luogo giusto; travolgerà il pubblico con fragorose risate e amare riflessioni in un perfetto mix tragicomico scandito da battute e aforismi indimenticabili”.
Ne abbiamo parlato con il protagonsta, ecco la nostra videointervista a Max Giusti: