Mantova. Una ragazza di soli diciassette anni viene trovata morta ammazzata nel fiume. Su di lei indaga il pm Elena Guerra, donna fredda, apparentemente dura, che ancora una volta sceglie il lavoro al suo matrimonio, ma in questo caso ha un validissimo motivo. Vittoria Puccini e Francesco Scianna, assieme a Camilla Filippi, sono i protagonisti del primo legal thriller italiano: Il Processo, in onda su Canale 5 da venerdì 29 novembre per 4 prime serate e 8 episodi, una produzione firmata Lucky Red – e infatti molto cinematografica – creata da Alessandro Fabbri con Laura Colella e Enrico Audenino, e diretta da Stefano Lodovichi. Ne Il Processo Vittoria Puccini è il pm Elena Guerra, una “donna dura che riesce a capire se un persona le sta mentendo o no durante gli interrogatori – ci racconta l’attrice fiorentina nella nostra videointervista – una durezza che le deriva da un trauma segreto che riuscirà ad affrontare proprio grazie a questo processo”. Francesco Scianna è l’altra parte del muro, l’avvocato penalista Ruggero Barone che capisce subito di essere di fronte all’occasione della vita, “giovane, rampante, di origini napoletane che difende l’accusata con lo strumento dello show” ci rivela Francesco Scianna davanti alla nostra videocamera, rivelandoci che forse sì, proprio quell’attitudine alla spettacolarizzazione è la caratteristica che più lo avvicina a Barone. Quello tra i due protagonisti sarà un vero e proprio combattimento e nel mezzo, tra le due visioni (e versioni) di una verità difficile da scoprire, c’è l’imputata, la donna accusata dell’atroce delitto, Linda Monaco, rampolla di una delle famiglie più importanti della città, ricca, sofisticata, algida, ma incline forse ad una sorta di gelosia, che continua a proclamarsi innocente, interpretata da una Camilla Filippi come non l’avete mai vista prima. Elena è più che convinta che sia lei l’assassina, e insiste contro tutto e tutti: solo quando Ruggero, nel corso di una battaglia senza regole, colpisce basso, la donna tanto sicura di sé si mostrerà più fragile e vulnerabile e forse dubiterà anche di se stessa. Attorno al nucleo della storia e alla danza a tratti un po’ macabra dei tre protagonisti, ruotano personaggi non meno importanti interpretati da Simone Colombari, Maurizio Lastrico, Euridice Axen, Tommaso Ragno, Roberto Herlitzka e Michele Morrone. Il Processo sembra davvero qualcosa di nuovo: non solo vanta interpreti convincenti nei loro ruoli, ma inaugura un genere televisivo che in Italia a dire il vero manca, quel legal drama o legal thriller che dir si voglia, che predilige il teatro di un tribunale e che incolla alla sedia (o al divano), appassiona e sorprende tra depistaggi, colpi di scena, elucubrazioni cui il telespettatore non può sottrarsi. Aiutano molto anche la colonna sonora di Giorgio Giampà e le canzoni originali della serie composte ed eseguite da Ginevra Nervi, cantautrice e compositrice di musica elettronica, che lavorando con il regista e con lo stesso Giampà è perfettamente riuscita a evocare, con la sua musica e la sua voce, atmosfere quasi oniriche: “un aspetto che mi ha particolarmente affascinata ne Il Processo era il contrasto molto forte che emergeva dalla narrazione – ha detto Ginevra Nervi – due donne, Elena Guerra e Linda Monaco, diverse tra loro e molto profonde, ciascuna con diversi segreti e pronte a tutto per fare in modo che restassero tali. A partire da questa dicotomia tra due femminilità così diverse tra loro ma in qualche modo anche così vicine, ho cercato di mantenere sia colori più ‘dark’, enigmatici, aggiungendo synth molto scuri, percussioni riverberate, che timbri più eterei, intimi e dolci. In questo caso, l’uso della voce come molteplice strumento è stato predominante”. Le nostre videointerviste a Vittoria Puccini e Francesco Scianna:
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