“Gli incontri sono la base della vita”. Parola di Massimo Natale in sala da oggi, giovedì 26 maggio, con Il Traduttore, opera seconda, cinematograficamente parlando, del prolifico regista teatrale nonché ex ufficio stampa del Sistina di Roma. Il suo primo film per il grande schermo è stato L’estate di Martino uscito nel 2010, storia di un incontro, nella tragica estate del 1980, tra un adolescente introverso e un soldato americano, sullo sfondo la strage di Ustica e poi quella di Bologna. Nel suo prossimo film ad incontrarsi saranno un bambino brasiliano e un medico, come ci annuncia lui stesso nella nostra videointervista a fine articolo. E adesso ne Il Traduttore, che Massimo Natale ha anche coprodotto con la sua Kalitera, girato in Trentino, l’incontro è quello tra una vedova, bella, colta e affermata, e un giovane rumeno, bello pure lui ma ancora alla ricerca della sua strada. Lei si chiama Anna ed è interpretata da Claudia Gerini (qui la nostra videointervista a Claudia Gerini) che di tanto i tanto ama ritagliarsi un ruolo fuori dalla commedia brillante, lui si chiama Andrei ed è interpretato da Kamil Kula, 22 anni, stella emergente del cinema polacco. Nel cast anche Silvia Delfino, Piotr Rogucki, Anna Safroncik, Marcello Mazzarella e Eva Grimaldi.
La storia è quella di un rapporto che sa di passione tra i due protagonisti, ma in realtà ognuno ha bisogno dell’altro per qualcosa che va al di là del sostegno affettivo, che magari in qualche modo c’è pure, o dell’attrazione sessuale: Anna ha bisogno di Andrei, che fa l’interprete e benché rumeno parla e legge perfettamente anche il tedesco, per capire cosa il suo defunto marito tedesco ha scritto, durante un soggiorno a Praga, su un diario ritrovato per caso, e anche per riaprirsi alla vita dopo aver chiuso i battenti neri del lutto in faccia al mondo; Andrei ha bisogno di Anna per fare il salto, per entrare nel gran mondo, per essere inserito in quella parte della società che altrimenti non lo degnerebbe di uno sguardo o peggio lo emarginerebbe, e per farlo è disposto anche a sacrificare l’amore della sua vita. Ma nel film c’è dell’altro: c’è la polizia corrotta incarnata dall’agente addetta alle intercettazioni (Anna Safroncik) che costringe Andrei, che lavora anche per lei, ad incastrare un suo connazionale innocente in cambio del permesso di soggiorno per la sua ragazza; c’è il tema dell’integrazione e della differenza culturale; c’è quello dell’onestà, della sincerità e del tradimento di un marito, ancor più duro da sopportare se lo scopri dopo che è morto perché non avrai risposte, ma di un’amica (Silvia Delfino). La nostra videointervista a Massimo Natale: