Ha la voce gentile Dacia Maraini, una delle facce belle della nostra Italia. Scrittrice, poetessa, drammaturga e sceneggiatrice, nata a Fiesole, vicino Firenze. Difficile elencare le sue opere, impossibile riordinare tutti i riconoscimenti. Da La lunga vita di Marianna Ucrìa che vinse il Campiello a Buio per cui le fu assegnato il Premio Strega, passando per l’indimenticabile Bagheria, dedicato a Palermo. Ma oggi parliamo dell’amore di Dacia Maraini per il teatro a cui ha dedicato circa 60 opere, tra l’altro fondando nel 1973 insieme a Maricla Boggio, il Teatro della Maddalena, gestito e diretto soltanto da donne. Oggi, quasi cinque anni dopo il debutto a Milano, prosegue a Roma, al Teatro Vittoria, il viaggio di Teresa la Ladra con Mariangela D’Abbraccio e le musiche di Sergio Cammariere, scritto e adattato per le scene dal libro Memorie di una ladra che la Maraini scrisse nel 1972, la storia vera di una ladra incallita ma dotata di grande umanità. Un romanzo che divenne poi anche un film con Monica Vitti. Già, l’umanità, termine proprio di questi tempi quanto mai ferito, offeso in un mondo che sembra d’improvviso rovesciato. L’onda lunga emotiva dell’ennesima strage degli innocenti, stavolta a Bruxelles, dà l’incipit alla chiacchierata, proprio ad una riflessione su ciò che è accaduto in Belgio:
Sono addolorata, mi sembra di esser tornata ai tempi di quando avevamo il terrorismo in casa. La cosa importante è ricordare che ciò che è accaduto a Bruxelles non ha niente a che vedere né con la religione, né con la cultura. Questi sono terroristi. Il terrorismo è una degenerazione, una malattia che si serve della religione, della cultura, della fede. Ma non ha niente a che vedere con nulla di tutto ciò. Perché nessuna religione al mondo stabilisce che bisogna uccidere persone innocenti. Tra l’altro, sono persone che appartengono spesso alla stessa religione. Una delle prime vittime in Belgio sotto la metropolitana era una donna araba. E poi basta col dire che tutto il mondo musulmano è in mano al terrorismo. È profondamente sbagliato identificare le due cose.
La sensazione diffusa è di non poter far nulla, di essere costretti a guardare e ad avere paura
Bisogna combattere con la cultura e bisogna soprattutto praticare i valori in cui crediamo. Che sono valori universali. Non occidentali. Il diritto dei valori umani, il diritto alla libertà, al pensiero e alla parola sono condivisi da tutti, sia dal mondo arabo che da altri. Poi naturalmente ci sono i governi repressivi, ci sono i ricatti religiosi. Però quei valori sono universali e dobbiamo praticarli fino in fondo.
Ma il proliferare di questa strategia del terrore, attentati a catena, rapimenti, da che cosa ha origine?
Vorrei ricordare che questi terroristi vengono dal mondo del benessere, dal mondo dei privilegi. Nessuno di questi criminali viene dall’emigrazione, quelle sono persone che scappano dalla guerra, che hanno bisogno di assistenza e non vengono certo qui per uccidere. I terroristi invece sono figli di famiglie emigrate ma di terza generazione che hanno assorbito dei metodi di volontà di potenza, unicamente legati alla nostra cultura. È comunque vero che di errori se ne sono fatti tanti, culturali e di integrazione. Ecco, forse bisogna proprio rivedere completamente il concetto di integrazione. Adesso comunque non è il momento di cercare i responsabili, ce ne sono migliaia e non serve a nulla. Serve affrontare insieme, tutti insieme, questa emergenza.
Chiudiamo questa pagina triste di attualità e parliamo di Teresa la ladra. Come è nata l’idea di portarla a teatro?
Il libro nacque da una mia inchiesta che feci nelle carcere femminili italiane, da Venezia alla Sicilia e che poi pubblicai su Paese Sera. In una di queste carceri, a Viterbo, conobbi questa donna. Mi impressionò molto. Era ignorante ma intelligentissima, parlai con lei, ascoltando una storia piena di avventure e ricca di ironia. Quando uscì dal carcere andai a conoscerla meglio e scrissi il libro. Dopo molti anni Mariangela D’Abbraccio, che è un’attrice che stimo molto, mi disse che voleva portarlo sul palcoscenico. Così mi sono messa a lavorare ed è venuto fuori questo monologo. Mariangela è bravissima perché interpreta vari personaggi, poi c’è questo gioco di parole e di fatti che diventano realtà e surrealtà. C’è la musica dal vivo e la regia di Francesco Tavassi è ottima. Uno spettacolo riuscitissimo che vale la pena di vedere. E dovrebbe girare di più!
Teresa è una figura di circa 50 anni fa. Ma è in qualche modo riproponibile, voglio dire: quante ‘Terese’ esistono oggi?
Effettivamente Teresa appartiene a un’epoca di candore che temo non esista più. A me incantò. Se avesse avuto un’educazione diversa, se fosse vissuta in un ambiente diverso probabilmente sarebbe stata un’artista. Invece essendo poverissima, vissuta in un ambiente miserabile, frequentando ladri, è diventata una ladra. Ma era una donna di particolare intelligenza e che ha pagato sempre in prima persona. Non era una furbetta. Una di quelle categorie che io detesto di più. Perché corrisponde ad una psicologia: di quello che vuole fregare sempre l’altro e non paga mai di persona. Teresa ha pagato sempre e anche troppo, si è presa sempre le sue responsabilità. E poi è stata generosa perché non si è mai arricchita.
Ha utilizzato parole come candore e generosità che mi paiono fuori moda, purtroppo
Forse sì. C’è stato un degrado culturale. Non perché non esistano più ma perché oggi sono considerati valori negativi. C’è stato un capovolgimento per cui certi valori che noi apprezzavamo e cercavamo di raggiungere sono considerati dei disvalori. Questa è stata la colpa della trasformazione culturale. Che però si può sempre cambiare. Io sono ottimista e penso che ricominciando da capo si possono riconquistare questi valori e dare loro un’importanza diversa.
Aspetto fondante dello spettacolo è la parte musicale con l’intervento d’autore di Sergio Cammariere che forse può essere considerato come l’ideale proseguimento del lavoro di Riz Ortolani che curò le musiche del film
È stata una scelta di Mariangela che ci teneva ad avere un musicista e compositore. Ed è stata una scelta azzeccatissima. Sergio, che ho avuto modo di conoscere bene adeguandomi a lui e lui a me, è una persona squisita, straordinaria. Non solo di talento ma anche umanamente. Una persona di animo delicato, gentile e attento agli altri. Non un egoista nevrastenico come spesso sono gli artisti di successo!
Teresa la ladra sarà al Teatro Vittoria di Roma dal 29 marzo al 3 aprile. La tournée proseguirà poi in altri teatri italiani. Restano da fissare città e date.