Intervista a Deborah Iurato. Al via il minitour con tanti Amici: Berté, Mannoia, Hunt e Caccamo

di Giuseppe Riccardi

Il 27 maggio dello scorso anno vinceva Amici, trionfando in finale sui Dear Jack. Poi il primo singolo Anche se fuori è inverno, subito in testa su ITunes. L’Ep d’esordio disco di platino. Tanti concerti. Ora il suo mini tour che parte domenica 15 marzo dal Teatro Dal Verme di Milano e che la porterà il 21 al Teatro Palazzo di  Bari e il 22 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma. E in rotazione sulle radio, Libere, singolo e title track del nuovo album. Corre Deborah Iurato, la 23enne ragusana sorretta dalla voce potente e dalla grinta dei tanti fan sui social. Corre ma non perde il controllo. “Un anno fa non ero nessuno – dice – e per aiutare la mia famiglia facevo diecimila lavori, quindi so quanto è difficile arrivare dove sto io adesso e quante persone ci sono che stanno provando a fare quello che faccio io, come ci provavo io da anni”

Quanta saggezza. Detto senza ironia, parole e pensieri da brava ragazza. Quanto conta per te la famiglia?

Tanto. Conta tanto aver appreso i principi di una vita fatta di sacrifici, ti fa apprezzare tutto quello che ti arriva di buono ma anche di cattivo. Quando dico che mi voglio vivere il momento senza pensare tanto a quello che mi succede dopo, è proprio per questo motivo.

E il momento adesso è quello del tuo mini tour. Il conto alla rovescia è finito. Come ti senti?

Male. Sono piena d’ansia, tensione. ma nello stesso tempo di tanta voglia di salire sul palco e fare quello che mi è sempre piaciuto fare: musica.

Sarà anche per superare quest’ansia che hai deciso di riempire il tour di ospiti? Condividere il palco con tanti colleghi e amici ti fa sembrare tutto più lieve?

Assolutamente sì. È bello condividere la stessa passione e lo stesso palco con gente a cui sei legata sia a livello di amicizia che professionale. È una cosa particolare e soddisfacente.

E già nella prima tappa sono in tanti a farti compagnia…

Si, inizio a Milano con Loredana Bertè che è la ciliegina e che ho sempre stimato per la sua grinta e la sua forza. Avere sul mio palco un’artista che ha fatto la storia della musica italiana è una grande soddisfazione e mi dà più forza per superare l’ansia. Poi Rocco Hunt, con cui duetterò in un pezzo che mi ha scritto per l’album e che non abbiamo mai portato live. Ci lega un’amicizia, come con Giovanni Caccamo, amico e compaesano, che ha vinto a Sanremo tra le Nuove Proposte (leggi l’intervista a Giovanni Caccamo)

A Roma sarà con te Fiorella Mannoia. Più che un ospite….
 
Con lei c’è un legame particolare, si è instaurata una bellissima amicizia. È un po’ sorella, un po’ amica, un po’ tutto. Mi dà parecchi consigli e io cerco di prendere molto da tutto quello che mi dice.

Come hai preso la decisione, immagino del tuo staff, di un tour di sole tre date?

Io ho tanto da imparare, devo crescere e si cresce piano piano. Fare un mini tour mi piace perché sono comunque tre date importanti, è la presentazione del mio nuovo lavoro Libere. Mi piace l’idea studiata con lo staff di crescere piano piano. Come dico sempre, chi va piano va sano e va lontano.

Nel tuo breve ma intenso percorso artistico c’è stato anche il passaggio del sogno sanremese, anche se per ora rimasto solo un sogno. Come l’hai vissuto?
 
Ho vissuto molto bene il fatto di non essere salita sul palco dell’Ariston. È normale volerci essere, è da ipocriti dire il contrario. Ma ci ho messo 5 anni per entrare ad Amici, ci sarà tempo per Sanremo. Ci riproveremo.