Si fa presto a dire La guerra è finita, ma per i tanti ragazzi liberati dai campi di concentramento nell’aprile del 1945 non è esattamente così: molti di loro non hanno più nessuno ad attenderli a casa, nessuno che li cerchi, nessuno, sembra, in grado di aiutarli a ritrovare il loro posto in un mondo stravolto e distrutto dalla ferocia e dall’inumanità nazista. Racconta così l’orrore della guerra e dell’Olocausto La guerra è finita, la serie in 4 puntate diretta da Michele Soavi, che aveva già toccato il tema ne Il sangue dei vinti nel 2009, in onda su Rai 1 da lunedì 13 gennaio. Un modo diverso e poco cavalcato di narrare l’orrore della guerra attraverso l’esperienza dei più piccoli e puntando l’attenzione sulle conseguenze di ogni conflitto sulle persone, in particolare sui bambini, raccontando quindi il dopo, ma nell’immediato. Per fortuna, come spesso accade nelle tragedie più grandi, ci sono angeli senza ali che si immolano alla causa dell’altruismo, che emergono da un magma di egoismo, crudeltà e indifferenza che sembra aver ricoperto il mondo e fanno del loro meglio per aiutare chi sta peggio di loro e chi di loro ha bisogno. E ne La guerra è finita queste persone si chiamano Davide e Giulia, lui interpretato da Michele Riondino e lei da Isabella Ragonese.
Davide, ex ingegnere, ebreo, ha perso moglie e figlio: li hanno portati via mentre lui non c’era e da allora non li ha più rivisti e non sa se li rivedrà mai, sa invece che li hanno messi su un treno e spediti in un campo di concentramento. Il suo dolore, la sua speranza, la sua rabbia sono la sua forza per continuare ad andare avanti, a combattere contro i nazisti, come ha già fatto durante la guerra, nel CNL, il Comitato di Liberazione Nazionale, a cercare la sua famiglia e a dare una mano a chi nel frattempo incontra lungo la sua strada. Giulia no, la guerra non l’ha toccata perché in quegli anni viveva in Svizzera, e si vergogna di suo padre, un imprenditore che invece dalla guerra ha guadagnato collaborando con i nazisti e adesso sta in galera: Giulia, che è una pedagogista, vuole aiutare, rimediare, forse, anche alle colpe del padre, e a mano a mano capisce, dai racconti di chi c’era, cos’è stata la guerra e quanto poco umana può rivelarsi l’umanità. Aiutati anche da Ben (Valerio Binasco), un ex ufficiale della Brigata Ebraica che non è ancora partito per la Palestina proprio per dare una mano, faranno entrambi, insieme, quanto potranno. Nel cast anche Sandra Ceccarelli, Andrea Bosca (qui la nostra videointervista ad Andrea Bosca), Carmine Buschini, Federico Cesari, Juju Di Domenico. Una serie importante perché racconta una storia vera, quella di ben 800 bambini ebrei miracolosamente sopravvissuti alla Shoah che trovarono asilo a Selvino, nel bergamasco, e come ripetono e sottolineano regista e protagonisti: “la memoria se non la racconti non esiste”. Le nostre videointerviste a Michele Riondino, Isabella Ragonese e Michele Soavi:
Le foto al cast sono di Angelo Costanzo