Tre serate per raccontare tre settimane, quelle che hanno preceduto la notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943, quella dell’ultimo Gran Consiglio, organo supremo presieduto da Benito Mussolini, che segnò la fine del regime fascista. La lunga notte è il titolo della serie che vede al centro un personaggio della nostra storia non troppo conosciuto: Dino Grandi, Presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni, non un santo, tanto meno un eroe, che dopo aver appoggiato, e mai rinnegato, il fascismo, nel momento critico dell’entrata in Sicilia delle forze americane, matura la consapevolezza del suo fallimento proprio a causa del Duce, al quale dunque si oppone, ma in maniera assolutamente, e furbamente, legittima, riuscendo cioè, non senza un minuzioso lavoro di alleanze, accordi e sotterfugi, a far convocare allo stesso Mussolini quel Gran Consiglio che ne avrebbe sancito le sue dimissioni e il ritorno dell’Italia ai Savoia.
Magistralmente interpretato da Alessio Boni, ne La lunga notte Dino Grandi viene dipinto come ciò che probabilmente era: un uomo ambizioso, intelligente, scaltro e pronto a rischiare, per sé e per il Paese, ma capace anche di sentimenti, come l’amore per sua moglie Antonietta, interpretata da Ana Caterina Morariu, e l’amicizia, quella con un vecchio amico di nome Furio Niccolai con vedute ben diverse dalle sue e incapace di tenersele per sé, cui dà vita Maurizio Donadoni.
Una storia che ha coinvolto tanti personaggi dell’epoca, a cominciare dalla figlia e dal genero del Duce, e cioè Edda (Lucrezia Guidone), ludopatica e filotedesca, combattuta tra l’amore per suo padre e quello per suo marito, Galeazzo Ciano (Marco Foschi), e dalla sua amante Claretta Petacci (Martina Stella), sensuale e spregiudicata, fan scatenata de Duce, stregata dal suo potere da scambiare tutto questo per amore.
E poi i membri della Famiglia Reale: il Re Vittorio Emanuele Terzo (Luigi Diberti), suo figlio Umberto (Flavio Parenti), debole e succube di suo padre, e la consorte dei quest’ultimo, la principessa Josè Maria del Belgio, donna colta, scaltra, incurante delle convenzioni e dei protocolli, stratega al lavoro sotterraneo per migliorare il paese e, naturalmente, mettere al più presto sul trono suo marito, interpretata da Aurora Ruffino.
E naturalmente lui, il Duce, colto nel suo momento più cupo, quando finalmente la sorte gli è avversa, quando si sente tradito dal popolo e dai suoi uomini, e perciò commette un errore gravissimo dettato dalla paura: a dargli vita è Duccio Camerini. E poi ci sono i due giovani, Italo (Riccardo De Rinaldis), figlio di Furio, e Beatrice Grandi (Emma Benini), nipote di Dino Grandi, unico personaggio inventato, a rappresentare la speranza per un futuro diverso.
Diretta da Giacomo Campiotti, sceneggiata da Franco Bernini e Bernardo Pellegrini, con la consulenza storica di Pasquale Chessa, e prodotta da Rai Fiction e dalla Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi, La lunga notte va in onda per tre serate di fila su Rai 1: lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 31 gennaio. Le nostre videointerviste a Alessio Boni, Aurora Ruffino, Martina Stella, Duccio Camerini, Ana Caterina Morariu, Maurizio Donadoni, Emma Benini: