La vita accanto: videointerviste a Sara Ciocca, Beatrice Barison, Valentina Bellè, Paolo Pierobon, Sonia Bergamasco, Marco Tullio Giordana

di Patrizia Simonetti

Una bambina che nasce imperfetta a turbare la serenità altrettanto imperfetta di una ricca famiglia del nord. Si chiama Rebecca, l’aspettavano da tanto tempo, ed è bellissima. Ma porta su di sé un segno, una diversità terribile da nascondere al mondo: una macchia rossa sul viso, che indurrà una madre a chiedersi se sia possibile amare e respingere insieme. Marco Tullio Giordana porta sul grande schermo La vita accanto, il romanzo d’esordio di Maria Pia Veladiano, Premio Calvino 2012, e sceglie interpreti perfetti come Sara Ciocca e l’esordiente Beatrice Barison, entrambe sorprendentemente brave ed entrambe musiciste e pianiste, perché in questo film la musica deve essere reale e suonata da Rebecca in persona. 

E un po’ anche per questo sceglie Sonia Bergamasco per il ruolo di Erminia, pianista di successo e zia di Rebecca. Felice anche la scelta di Valentina Bellè, impeccabile interprete del tormento di una madre e di una donna, e di Paolo Pierobon che è Osvaldo, marito e padre, così ambiguo, così educatamente signore, così rotto dentro. Senza dimenticare Viola Basso, la piccola attrice che è Rebecca bambina, Michela Cescon, Licia Navarrini, Susanna Acchiardi, Francesca Rigoni e i camei di Angela Fontana, Alessandro Bressanello e Luigi Diberti. E la musica, ovviamente, firmata da Dario Marianelli.

Maria ama sua figlia, ma per anni non riesce a prenderla in braccio, men che meno a toccarla, abbracciarla o baciarla. L’affetto corporeo e fisico da lei negatole viene compensato da quello di sua zia Erminia, gemella del padre Osvaldo, pianista affermata, amante della musica fin quasi al dolore, che proprio con la musica riuscirà a salvarla. Ma Erminia e Osvaldo, padre amorevole e forse colpevole, celano un segreto. Rebecca è un sassolino lanciato nell’acqua che invece di cerchi meravigliosi scatena uno tsunami. Maria è confusa, stravolta da quella ragazzina per la quale prova esattamente ciò che non vuole provino gli altri, una figlia bellissima che avrebbe voluto mostrare al mondo ma che, per il suo bene, pretende di tenere segregata in casa, e salvarla così dalla derisione altrui. Che a un certo punto arriva, certo, ma non sarà quell’episodio, per quanto significativo e crudele, a segnarla, bensì la passione ereditata dalla zia e il talento grazie a lei coltivato.

La musica dunque salva, risolve, redime, e lo fa proprio grazie alla donna che per Maria è portatrice di un’angoscia nascosta che scava nel profondo assieme al dubbio, poco a poco, fino a rivelarsi in un sogno che fonde realtà e pensiero, un mondo onirico, parallelo, fuori e dentro di loro: madre e figlia, finalmente insieme, dirette mano nella mano a scoprire il seme di quel dolore sotterrato e negato che rende a Maria insopportabile persino la vita stessa. Un sogno costellato di simboli, come l’inconscio: un pianoforte, un punteruolo, l’acqua agitata sotto la finestra che lava via la colpa. La colpa e la macchia diventano quasi la stessa cosa.

La vita accanto è un film importante, per il cinema e per tutti noi spesso in difficoltà a negare un pregiudizio, a sobbarcarci di una responsabilità, a liberarci di una colpa o ad accettarla, a mantenere segreti e a sentirci a nostra volta in colpa per questo. Possiamo però vederlo anche come un omaggio a chi la vita accanto, quella nel mondo e tra la gente, riesce a conquistarla nonostante le difficoltà e i pregiudizi. E e a chi sorregge e sostiene chi cammina verso la propria affermazione che, per fragilità o timore, forse da solo non ce l’avrebbe fatta. La vita accanto arriva al cinema giovedì 22 agosto dopo il passaggio a Locarno 77 che consegna a Marco Tulio Giordana il Pardo Speciale alla Carriera. Le nostre videointerviste a Sara Ciocca, Beatrice Barison e Marco Tulio Giordana, e a Valentina Bellè, Paolo Pierobon e Sonia Bergamasco: