Lei è bellissima, audace, impulsiva e sessualmente libera, un po’ meno libera in generale visto che sta agli arresti domiciliari, a casa della madre, per aver compiuto una rapina a mano armata. Anche lui è un bel ragazzo, ma praticamente l’opposto di lei: assolutamente schematico e pignolo nella sua quotidianità, ligio alle regole nel suo lavoro di venditore di polizze assicurative, ha deciso da tempo di dire basta alle biciclette, metaforicamente parlando, perché la sua prima e amata biciletta di bambino gli aveva praticamente rovinato la vita tenendolo continuamente in preda al terrore che qualcuno gliela rubasse e quando ciò accadde per davvero, sorprendentemente fu per lui una liberazione. Niente donne, quindi, che possano logorarlo di gelosia, che non abbia modo di controllare, delle quali non possa sapere in ogni momento cosa fanno, con chi stanno e dove stanno. Che non stiano, insomma, agli arresti domiciliari. Ecco perché decide che sì, con Anna nulla potrebbe andare storto, almeno per i prossimi due anni in cui è relegata in casa, senza poter uscire – se non per andare a sostenere gli esami all’università – né ricevere visite. Un amore da godersi solo nei suoi lati positivi, senza preoccupazioni, unico uomo – in realtà unico estraneo a parte la madre di Anna – che può entrare e uscire liberamente da quella casa. Ma non andrà proprio così, e Renato non solo tornerà a struggersi di gelosia, ma si infilerà in tanti di quei guai che si pentirà amaramente della sua ingenuità. Anna e Renato sono i protagonisti de L’amore a domicilio, da mercoledì 10 giugno su Prime Video, commedia romantica e ironica diretta da Emiliano Corapi che per i ruoli di Anna e Renato ha scelto Miriam Leone e Simone Liberati, per la prima volta insieme in un film e con tante altre prime volte di cui abbiamo parlato direttamente con loro nel corso della conferenza stampa su Zoom. L’amore a domicilio è un film divertente che rivela, o conferma, le doti e l’indole assolutamente comiche di Simone Liberati, e la versatilità di un’attrice come Miriam Leone cui puoi affidare davvero ogni ruolo, dal più leggero al più drammatico, che tanto vai sul sicuro. Ed è un film che ci indica una strada che in fondo è l’unica, inutile starci a girarci tanto attorno: se vuoi godere, devi anche soffrire. E che tentare di controllare una donna, non è solo patologico, ma inutile.
“Credo che la capacità di mettersi in gioco nelle relazioni affettive e sentimentali sia un tema che tocchi la vita di gran parte delle persone, qualcosa con cui tutti si trovino a fare i conti prima o poi, nel bene e nel male – dice il regista – Quando ho avuto l’idea de L’amore a domicilio ho pensato che questa potesse esplorare in maniera originale e divertente proprio questo tema e il suo dilemma fondamentale, vale a dire se sia meglio lasciarsi andare, rischiando di soffrire, o tenersi alla larga da ogni coinvolgimento, rinunciando però a una parte fondamentale della vita. E ho pensato che il film potesse mescolare bene dramma e commedia attraverso una rappresentazione tra favola metropolitana e realtà, dove personaggi pronti a tutto, si muovono, giocando vigliaccamente i propri opportunismi e le proprie debolezze, salvo poi trovarsi a fare i conti con la loro parte migliore, risvegliata proprio da quei sentimenti che pensavano di poter gestire. Nei rapporti, infatti, non ci sono scorciatoie, e una volta che si è deciso di giocare, non è possibile tornare indietro”. ed ecco il nostro videoincontro con Miriam Leone e Simone Liberati: