Non si riesce a non tifare per lei, anche se a volte ci si sente in colpa a farlo. Lei invece, Modesta, il senso di colpa non sa neanche cosa sia. Ce la siamo vista in anteprima e tutta di fila in una sola giornata la serie Sky Original di cui è protagonista, prima di incontrare regista e cast de L’arte della Gioia, dal 28 febbraio su Sky e in streaming su Now.
Naturalmente avvezza, e poi abituata, a cavarsela da sola nelle situazioni più terribili e a superare lo svantaggio iniziale del tempo e del luogo della sua nascita, avveuta nel 1900 in una zona rurale e povera della Sicilia, Modesta non solo resiste, ma agisce. Se c’è qualcosa o qualcuno che si piazza come ostacolo tra lei e il suo obiettivo, lei lo travolge, senza esitazione, lo elimina con freddo calcolo e alla fine anche con grande soddisfazione. E il suo obiettivo è la vita che non le è stata data dalla vita stessa, è la felicità, è il privilegio concesso ad altri, è l’esplosione dei sensi, l’eccitazione e il piacere sessuale, la gioia. E pensare che si chiama Modesta…
Modesta arriva dalla carta, quella delle pagine de L’arte della gioia, controverso – all’epoca – romanzo scritto nel 1976 dalla spregiudicata, libera e coraggiosa Goliarda Sapienza, e pubblicato soltanto nel 1998 quando l’autrice era già morta da due anni. Peccato che non abbia potuto godere, appunto, di quel grande successo letterario che fu, negli anni, il suo libro. Cresciuta libera senza nemmeno andare a scuola, dopo il trasferimento da Catania a Roma, Goliarda studiò per diventare attrice: l’abbiamo vista, tra gli altri, in Senso di Visconti e ne Gli sbandati di Maselli, poi cominciò a scrivere.
Ora il suo libro più famoso, L’arte della gioia, è diventata una serie diretta da Valeria Golino che conobbe la Sapienza e che l’ha da poco interpretata in un film intitolato Fuori che vedremo a breve diretto da Mario Martone, con Elodie e Matilda De Angelis. La serie è accattivante almeno quanto la sua protagonista è inquietantemente affascinante: Modesta è un’imponente cascata d’acqua limpida e pura, ma trascina con sé delle pietre che, a sua insaputa, colpiscono gli ostacoli lungo la corsa e poi proseguono seguendo la corrente; è una ragazza apparentemente fragile, ma al tempo stesso così forte da eliminare, assieme alle persone che uccide, le istituzioni e i valori che rappresentano: la famiglia, la Chiesa, le convenzioni, l’aristocrazia immeritevole di tanto lusso e privilegio.
Ed è ciò che, in fondo, ci rende un po’ suoi complici e sostenitori perché, alla fine, tutto ciò che avrà, se lo sarà guadagnato. Ma soprattutto perché non è un bene materiale che vuole, o almeno non solo quello, ma la gioia, in tutte le sue manifestazioni, conquistata, appunto, con arte, un’arte appresa da autodidatta come Van Gogh o Frida Kahlo, spinta, e al tempo stesso sostenuta, dagli eventi spesso crudeli, oscuri e pericolosi, che avrebbero anche potuto ucciderla.
Perfetta nel ruolo di Modesta, così ambiguo e oscillante tra tenerezza e cinismo, è Tecla Insolia, attrice che entra sempre perfettamente nella parte tanto da dare a volte l’impressione che le resti difficile uscirne. Intensa Jasmine Trinca nel ruolo di Leonora, bellissima madre superiora del convento che accoglierà la piccola Modesta dopo la morte dei suoi genitori, una donna misteriosa e malinconica cui la protagonista si attaccherà così violentemente da provarne piacere e da non sopportare che questo piacere lei possa, anche solo in teoria, donarlo ad altri.
Grandiosa Valeria Bruni Tedeschi nelle ingombranti vesti della principessa Gaia Brandiforti, donna all’apparenza leggera e ironica, e comunque irresistibilmente divertente, ma in realtà cinica e dall’animo oscuro, tanto da sacrificare i suoi figli, l’uno per ciò che è, l’altra per ciò che ha fatto. Plauso anche a Guido Caprino nel ruolo di Carmine, l’unico, forse, a tenere testa a Modesta pur subendone fascino e sensualità; bravissima Alma Noce nei panni di Beatrice, volitiva nonostante penalizzata da una zoppia che a quanto pare le impedisce di vivere; così come Giuseppe Spata che interpreta l’unico personaggio aggiunto nella serie che non compare nel romanzo, ma del quale non si percepisce alcuna estraneità ai fatti, e cioè Rocco, autista dei Brandiforti, anche lui prima mezzo e poi ostacolo per Modesta e la sua corsa all’oro della felicità.
Un apprezzamento particolare va a Giovanni Bagnasco: interpreta Ippolito, legittimo erede dei Brandiforti in quanto unico figlio maschio di Gaia, ma isolato, nascosto e privato di tutti i suoi diritti e poteri in quanto bestia: ci penserà Modesta a riportarlo al mondo, non certo per pura bontà, ma per la sua vittoria finale sulla vita. E un altro a Giovanni Calcagno che è Mimmo, giardiniere del Convento e amico sincero di Modesta tanto da rischiare la sua vita per salvarla, forse l’unica persona davvero buona e pura della storia. Per questo e per tutto ciò che vi abbiamo raccontato vi consigliamo vivamente di vederla. Intanto ecco nostro videoincontro con Valeria Golino, Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino:
Le Foto sono di Angelo Costanzo