Un gangster del sud della Milano degli anni Ottanta. Ma non è solo questo Lo Spietato, una gangster comedy diretta da Renato De Maria e dallo stesso regista scritto con Valentina Strada e Federico Gnesini, in sala da lunedì 9 a mercoledì 10 aprile e da venerdì 19 aprile su Netflix. Lo Spietato è liberamente ispirato al libro Manager Calibro 9 di Pietro Colaprico e Luca Fazzo, che poi altro non è che il racconto del pentito di camorra Saverio Morabito che faceva “il malavitoso cercando di farlo ogni giorno meglio, una professione come un’altra”, libro a sua volta “ispirato a Milano Calibro 9, il film di Fernando Di Leo” sottolinea Renato De Maria nella nostra videointervista che potete vedere qui. Lui stesso del resto è “partito dal poliziottesco italiano degli anni 70, quello appunto di Di Leo, Umberto Lenzi, Ruggero Deodato, Mario Bava – ci dice – con l’innesto del cinema americano anni Settanta di Scorsese e De Palma, le mie passioni…” E Lo Spietato, per voce dello stesso regista, non poteva che essere interpretato da Riccardo Scamarcio: “Lo Spietato è una gangster comedy che con ironia racconta la parabola, l’ascesa e la discesa, come in tutti i gangster movies, di un criminale – ci dice Riccardo Scamarcio nella nostra videointervista – i film sui criminali hanno questa grande possibilità: la parabola di un criminale racchiude all’interno una serie di valori e dinamiche che sono fondamentali nella vita, nel cinema si utilizza quindi spesso un criminale per mettere in luce anche una morale”. Santo Russo, questo il nome del nostro protagonista, di morale però non ne ha: lui punta in alto, quasi per riscattarsi da un padre che non ce l’ha fatta: la sua vita non gli basta, ne vuole almeno due, per questo non ha pietà per nessuno e fa di tutto per ottenere ciò che vuole, persino i miracoli, che poi non sono che esecuzioni in piena regola: “la sua ricerca spasmodica di emanciparsi passa attraverso una serie di status symbol come le macchine, le case, i soldi – continua Riccardo Scamarcio – e nel cercare di entrare in quella parte della società ‘bene’ incontra una donna che si occupa di arte e lui da ignorante qual è ne è affascinato, oltre che dalla bellezza si intende (visto che è interpretata da Marie-Ange Casta, sorella di Laetitia). Quindi ecco la moglie e la famiglia, valore importante per Santo Russo, e l’amante. che invece fa parte di quel mondo sofisticato che Santo neanche conosce bene, quindi succederanno delle cose… “
E la moglie di Santo Russo è Mariangela, una ragazza religiosa che si lascia sedurre dal male in qualche modo accettandolo, ma solo finché il male accetta (e vuole) lei: “quello di Mariangela è un ruolo bellissimo – ci racconta nella nostra videointervista Sara Serraiocco che la interpreta – perché la vediamo fin da bambina con la frangetta per poi ritrovarla donna e madre, quindi è stata una lunga trasformazione del personaggio dagli anni Settanta ai Novanta e mi sono divertita molto”. Mariangela è innamorata e remissiva, ma quando scopre che il suo uomo la tradisce con un’altra donna e un’altra vita, diventa paradossalmente forte e risoluta: “ è una donna che ha passato momenti di fragilità per poi riprendersi e diventare sicura di se stessa e affascinante, e che prende in mano le redini del rapporto con il marito – ci dice ancora Sara Serraiocco – di lei mi piace la sua forza interiore, una caratteristica di noi donne che ritrovo in mia nonna e in mia madre, quella di non abbattersi mai e di superare gli ostacoli della vita con forza e grande amore”.
Santo Russo in fondo parte dal nulla: da ragazzino finisce nel carcere minorile senza in realtà aver fatto ancora niente se non aver dato buca alla famiglia per la festa di Capodanno. Poi però cresce e vuole sempre di più: il potere e la bella vita, e allora via alle rapine e poi pure ai sequestri, alzando sempre di più l’asticella del crimine e dei suoi obiettivi. Ma resta un criminale e un ignorante, e la cosa incredibilmente fa pure ridere, soprattutto quando nella Milano da bere negli anni d’oro della moda, della disco music, dell’arte all’avanguardia che ovviamente non capisce – ma pare che non sia l’unico – vuole a tutti i costi diventare qualcuno e godersi la vita. “Lo Spietato è un crime ma non tipico, piuttosto ha una linea comedy ed è molto divertente, il protagonista non si prende sul serio e in realtà nessuno di noi – ci racconta Alessio Praticò che interpreta Slim, un amico di Santo, nella nostra videointervista che trovate qui – Slim ha dentro di sé una fragilità e una doppia personalità, all’apparenza è una persona tranquilla, poi quando capitano momenti clou, perde la testa e può diventare molto pericoloso”. Ed ecco le nostre videointerviste a Riccardo Scamarcio e Sara Serraiocco: