Da una parte ci siamo noi e dall’altra Loro. Sì ma, Loro chi? “Quelli che contano” risponde tal Sergio Morra, alias Riccardo Scamarcio, nel nuovo lavoro di Paolo Sorrentino troppo lungo per essere un film solo, ed ecco allora che il regista napoletano lo divide in due: Loro 1 che sarà in sala domani, martedì 24 aprile con Universal, e Loro 2 che ci arriverà il prossimo 10 maggio. Insomma, una mini saga ravvicinata, un sequel immediato, una mega mini serie cinematografica. Ma perché cotanta abbondanza di pellicola? Perché raccontare la storia di Silvio Berlusconi non può essere solo un gioco di sintesi e soprattutto raccontare “alcuni italiani, nuovi e antichi al contempo – dice Paolo Sorrentino – anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa (sì, dice proprio così): un uomo di nome Silvio Berlusconi… così come l’ho immaginato, il racconto dell’uomo, innanzi tutto, e in modo solo marginale del politico”.
Tutti in effetti in Loro 1, prodotto da Indigo e presentato solo questa mattina alla stampa a 24 ore dall’uscita, tutti, dicevamo, ruotano attorno al Cavaliere che ha la faccia burattinesca, e pure i capelli dipinti e i rialzi nelle scarpe, di Toni Servillo, che per Sorrentino è già stato Giulio Andreotti ne Il divo e poi Jep Gambardella ne La grande bellezza. Ma c’è da aspettare un bel po’ prima di vederlo, almeno mezzo film del primo mezzo film, nonostante sia evocato sin dall’inizio e la sua presenza aleggi come uno spettro su ogni scena a raccontare quei “fatti verosimili o inventati – dice ancora il regista – in Italia tra il 2006 e il 2010”. Grottesco, questo Loro 1, sin da subito grazie, o per colpa, di un inizio che in realtà è una fine, quella di una povera pecora belante che entrata nel salone di Villa Certosa, lussuosa proprietà di Berlusconi a Porto Rotondo, cade a terra congelata dopo il mortale conto alla rovescia del condizionatore, mentre su vari mega schermi c’è Mike Bongiorno, ovvero Ugo Pagliai, con il suo storico programma a quiz, ma con il volume a zero. Il senso di tutto ciò? Fate pure voi.
Quindi dapprima le vicissitudini del Morra che, sempre puntando a lasciare Taranto e ad arrivare a Lui (così chiamano tutti Berlusconi e così compare quando chiama sul telefonino di Kira, la sua preferita, che è Kasia Smutniak, bella e sensuale che a letto va soltanto con Lui), un tipo che rimedia ragazze a chi può fare qualcosa per lui, un politico che può facilitargli un appalto ad esempio, e che ha il lampo di genio di prendere per l’estate la villa di fronte a quella del presidente, riempirla di ragazze e fare colpo. Poi il film vira su di Lui, che arriva come non t’aspetti, sorriso smagliante e lezioni di vita al nipotino, in più di una situazione esilarante soprattutto quando tenta di riconquistare la sua Veronica (Lario), una splendida Elena Sofia Ricci, che non ne può più delle sue corna, a suon di canzoni interpretate da lui, da Apicella e da Fabio Concato in persona. Mentre dall’altra parte la festa impazza tra musica, sesso, pasticche e coca.
Nel cast spiccano tra gli altri Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di un laido ex ministro, Euridice Axen, quasi amante di quest’ultimo e donna di Morra e, pure se per poco, Anna Bonaiuto, Ricky Memphis, Michela Cescon e Iaia Forte.