Così a otto giorni dall’uscita in sala di Loro 1 arriva, almeno per la stampa, la seconda parte del lungo film di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi e compagni (si fa per dire, ovvio), che per il pubblico sarà al cinema giovedì 10 maggio: Loro 2, dove tutto prosegue così come fu, o almeno come il regista napoletano, stavolta in sala assieme a gran parte del cast, ricorda, e soprattutto immagina. Sì perché in Loro 2, più bello del primo e non ci piove, con trovate geniali, battute tra il riso e il vetriolo, tanta pelle al vento e bunga bunga ma, come direbbe Vasco Rossi, c’è chi dice no, c’è parecchio di inventato, e quindi “niente gioco del chi è chi – taglia corto Paolo Sorrentino nel nostro videoincontro che trovate qua sotto – perché nel film ci sono personaggi reali con i loro nomi, e se gli altri non hanno nomi reali non sono veri”. Fabrizio Bentivoglio quindi non è Bondi così come Kasia Smutniak non è Sabina Began. Per dire. Però “non è un film schierato e ideologico – assicura Sorrentino – né un attacco né una difesa: il senso è indagare la dimensione dei sentimenti che stavano dietro i personaggi”:
Certo è che il Cavaliere una gran bella figura non la fa nel suo patetico, qui più che nel primo capitolo, tentativo di andare avanti come sempre e come nulla fosse, tra feste e festini con ragazze svestite, tutte con la stessa farfallina al collo, compleanni di Noemi varie, piccoli vulcani in giardino che nessuno vuol vedere in azione, solitudini e conti che non tornano con gli anni che passano, la politica che lo schiva, la moglie che lo molla e una ragazzina che glielo dice dritto in faccia che c’ha un alito da vecchio. Sentimenti come la paura della morte che in Loro 2 ha Berlusconi ma che in fondo chi non ce l’ha… persino la capretta dell’inizio, o era una pecora? E come quello che lega e poi slega Berlusconi e la sua Veronica Lario, intercettati nel privato delle loro stanze, immaginando discorsi e parole vomitate per vendetta a rinfacciare una vita che non è proprio, né per l’uno né per l’altra, come se l’erano immaginata; e con loro, cioè con chi li interpreta nel film, ne abbiamo parlato nel nostro videoincontro che trovate qua sotto: “mi sono preparata leggendo la biografia della signora Lario – ci risponde Elena Sofia Ricci – ma quando ho letto la sceneggiatura ho letto cose che riguardano un po’ tutte noi, come il tema del disincanto, della fine di un amore importante, il sentire un progetto per il quale si è vissuto sgretolarsi sotto le mani, questo senso di malinconia e la paura della vecchiaia riguardano tutte noi donne che non abbiamo più vent’anni…” Mentre Toni Servillo (che in Loro 2 si sdoppia anche in un secondo personaggio che è Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, quella del cerchio sulla sabbia che è costruita intorno a te), ricorda “la fortuna” di aver fatto con Sorrentino Il Divo (ovvero Andreotti) e “questo personaggio è completamente diverso – ci spiega – sempre un divo ma estroverso, che si pone al centro della scena, il che ne fa quasi un personaggio da cinema, qualcuno che con la sua presenza occupa in maniera ossessiva l’interiorità di chi tenta affannosamente di imitare il modello senza riuscirci… la cosa più interessante del privato del personaggio a me è sembrata questa distanza dagli spazi della politica in questo Eden sardo, in un stato di sopravvivenza del potere”:
Loro 2 (qui il nostro videocall con tutto il cast) chiude dunque la minisaga di Sorrentino su Berlusconi mostrandoci come anche un po’ tutti gli altri personaggi del film cadano in qualche modo in disgrazia, o meglio, si allontanino dalla gloria goduta di riflesso fino a un certo punto della loro vita vissuta all’ombra, o alla luce, dipende dai punti di vista e dalle circostanze, di quel “paradiso in carne e ossa” che è, per definizione dell’autore e regista, Berlusconi. Così ce ne hanno parlato gli altri protagonisti, uno più bravo dell’altro, oggi in conferenza stampa (li vedete tutti nel nostro videoincontro a fine articolo), che ritroviamo nei loro personaggi in Loro 2: torna Mariano (Apicella) che “preferisce il sole perché all’ombra fa freddo – dice di lui Giovanni Esposito – e non fategli vedere Fabio Concato”; torna, ma solo per mentire e poi cambiare bandiera Cupa Caiafa, una dette tante “signore truccate e determinate conosciute in questi anni – rivela Anna Bonaiuto – che non esiste e che è, ora lo posso dire, una strada di Napoli”. C’è ancora anche Santino Recchia che è “un possibile sostituto – avverte Fabrizio Bentivoglio – una specie di camaleonte, di mutante, che secondo di chi ha di fronte si comporta”; e pure Kira, “una donna innamorata – la descrive una sensualissima Kasia Smutniak – e la sua paura più grande è il sapere di essere sostituibile”. E come non rivedere Sergio Morra che “ho rischiato anche la pelle volando da un cammello” racconta Riccardo Scamarcio; e pure la sua Tamara, una trasformata Euridice Axen che “vedendo il film non mi riconosco” dice. Riecco Stella che qui diventa eroina perché “nonostante l’età è riuscita a dire no” svela Alice Pagani, per lei questo film è “finora l’esperienza più importante”. E Fabrizio Sala che è Roberto De Francesco che definisce Loro “l’occasione di un bellissimo gioco non sempre giocoso a reincarnare un’epoca nella quale siamo stati immersi con l’acqua fino al collo, ma mai oltre”: