Immaginate la frustrazione di una donna che fa l’agente segreto, impiegata in delicatissime quanto spericolate missioni internazionali che la portano in poche ore dall’altro capo del mondo alla caccia di pericolosissimi criminali che il mondo lo vogliono distruggere, meglio di Carrie Mathison di Homeland, con tanto di quartier generale munito di una sofisticatissima sala operativa e di un capo deciso come il comandante D’Alessandro (Remo Girone); ma che per il resto della giornata e della vita deve volare basso, molto basso, fingendosi un’impiegata del ministero che si occupa di noiosissime buste paga… Ecco, a persone come lei, che fanno bene al Paese senza che nessuno lo sappia, alle competenze messe continuamente in dubbio e alle regole che via via non si rispettano più, è dedicato Ma cosa ci dice il cervello, in sala da giovedì 18 aprile con Vision Distribution, il nuovo film di Riccardo Milani che dopo il pluripremiato Come un gatto in tangenziale, ha scelto ancora Paola Cortellesi, sua moglie e madre di sua figlia, per interpretare la protagonista Giovanna che si spacca in quattro per l’umanità senza godere di un attimo di gloria: “e c’è chi lo fa veramente, credo in modo meno ridicolo di me – ci risponde Paola Cortellesi nella nostra videointervista – ci sono davvero donne, madri, che fanno questo mestiere che è il motivo per cui noi possiamo girare liberi in una città come Roma, per esempio, e nessuno dà mai loro una pacca sulla spalla. E quello che accade al mio personaggio e a chi davvero fa questo mestiere, è il non vedere riconosciuti tutti i suoi sforzi, mantenendo sempre un profilo molto basso, che è un po’ una contraddizione rispetto al momento che viviamo con i social dove ognuno cerca la notorietà”. E la cosa peggiore per Giovanna è non poterlo dire a sua figlia che in realtà lei è una supermamma, anche se separata da suo padre Enrico (Giampaolo Morelli) e se arriva sempre tardi a prenderla a scuola, e forse deludendola anche un po’ nella giornata del genitore dove una calcolatrice di contributi non può certo competere in fascino con aitanti pompieri e astronaute all’avanguardia: “la paura di deludere i figli ce l’hai sempre perché da genitore pensi sempre di non essere adeguato o preparato, al di là del lavoro che fai” commenta l’esilarante scena della scuola la stessa Paola Cortellesi. Ma cosa ci dice il cervello strizza un po’ l’ovcchio anche a The Americans, ma in chiave molto più leggera e divertita, soprattutto se aggiungi una madre ingombrante e a volte imbarazzante come Agata (Carla Signoris) che se solo sapesse cosa fa la figlia smetterebbe forse di vessarla e ne sarebbe certo più orgogliosa…
Ma cosa ci dice il cervello è un film divertente e semplice per omaggiare gli eroi silenziosi e invisibili, ma anche i maltrattati dei nostri giorni. Lo sono infatti un po’ tutti gli ex fantastici 5 del liceo, ovvero il gruppo di amici più stretti di Giovanna ai tempi della scuola che si ritrovano in un’inaspettata rimpatriata, ovvero l’esuberante hostess Tamara (Claudia Pandolfi), l’allenatore Marco (Vinicio Marchioni), la pediatra Francesca (Lucia Mascino) e soprattutto il professore Roberto, all’epoca d’oro il bello della scuola di cui Giovanna era segretamente innamorata, e viceversa, interpretato da Stefano Fresi. Del resto ce l’avevano detto proprio loro due quando li avevamo incontrati in occasione de La Befana vien di notte che avrebbero fatto presto un altro film insieme, ed eccoli qua. Roberto è ora un insegnante vessato e bullizzato dai suoi stessi alunni e Giovanna non può proprio passarci sopra: “è un fenomeno che purtroppo è un po’ troppo all’ordine del giorno ed è una cosa grave, denuncia una mancanza di cultura e un appiattimento sociale allucinante – ci dice Stefano Fresi nella nostra videointervista, e poi ci descrive la sua esperienza in Ma cosa ci dice il cervello come una vera gita scolastica – siamo tutti amici da tanto e spero ci sia un sequel per fare un’altra gita insieme…” Così quindi Giovanna si fa anche giustiziere, buono però, educativo oseremo dire, ma questo ve lo racconteremo un’altra volta. Intanto ecco le nostre videointerviste a Paola Cortellesi e Stefano Fresi: